Pendolari dei furti, in auto o in treno raggiungevano nottetempo gli obiettivi con un raggio di azione comprendente varie regioni del centro e del nord Italia. Per far scattare il piano era sufficiente una telefonata di segnalazione. Agiva così un gruppo di cittadini stranieri, per lo più di albanesi, sgominati dai carabinieri del Comando provinciale di Cuneo al termine dell’operazione “Game over”. Cinquanta i furti eseguiti nel 2006, di cui una ventina nel capoluogo provinciale e dintorni: nel mirino soprattutto bar ed esercizi pubblici con particolare interesse per le apparecchiature videogame e videopoker.
Conversazioni telefoniche e trasferte anche di centinaia di chilometri erano attentamente monitorate dai carabinieri durante le indagini partite a gennaio e coordinate dalla Procura della Repubblica. Principali indiziati alcuni albanesi gravitanti tra i comuni di Cuneo, Borgo San Dalmazzo e Boves. Colpivano in Liguria, Toscana, Veneto, Piemonte senza disdegnare però anche l’ambito locale. Sarebbero in particolare responsabili di furti a Peveragno, Cervere, Sale (Al), Castelfiorentino, Piazzola sul Brenta, Sestri Levante, Carasco. La refurtiva oscillava, di volta in volta, tre i 250 e i 4300 euro.
A Cervere in particolare uno degli episodi: in data 6 maggio, portato a termine il colpo, due esponenti della banda hanno mancato l'appuntamento con il complice che li attendeva in auto. Giovane e da poco in Italia, l’autista improvvisato aveva infatti perso l’orientamento, finendo in panne sull'autostrada. La sua disavventura si è conclusa in ospedale dove ha ricevuto le prime cure per le lesioni procuratesi nel tentativo di cambiare un pneumatico danneggiato. Questo e i frequenti soggiorni in alberghi al termine dei furti hanno agevolato l’identificazione dei vari soggetti gravitanti attorno alla banda.
Il 23 maggio in 4 sono così stati rintracciati a Boves, Dronero,
Altri 5, tutti albanesi e rumeni, sono inoltre stati denunciati in stato di libertà: erano responsabili di concorso occasionale in alcuni degli episodi.
“L’operazione – spiega il comandante del reparto operativo, tenente colonnello Mario Simeoni (nella foto)– rappresenta una risposta concreta e immediata alla sempre più pressante richiesta di sicurezza avanzata dalla comunità locale. Gli arresti hanno infatti consentito di porre un freno ad uno dei gruppi criminali di matrice straniera senza dubbio maggiormente attivi, nel contesto territoriale”.
Proprio la sicurezza urbana ha acquisito in questi ultimi anni un’importanza notevole nell’agenda politica nazionale, ma soprattutto è cresciuto l’impegno degli enti locali. Sindaci e presidenti delle province sono sempre più coinvolti in comitati di ordine pubblico. E le stesse regioni hanno sviluppato legislazioni in tema di polizia locale.
Occorre però fermarsi a riflettere sull’evoluzione imboccata, sulla necessità di politiche organiche anche a lungo termine sia per le grandi metropoli che per i piccoli centri, sul bisogno di una stretta collaborazione, non priva di criticità, tra autonomie locali e istituzioni statali. Ed è questo lo scopo del convegno che si terrà il 1° giugno
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