giovedì 14 giugno 2007
Udine: picchiata dal padre per rifiuto nozze
Una ragazza indiana di 16 anni è stata massacrata di botte dal papà perchè aveva rifiutato il matrimonio combinato
UDINE - Ancora un caso di contrasti e violenze in una famiglia immigrata per un caso di nozze combinate, dopo la tragica vicenda di Hina, la ragazza pakistana uccisa nel bresciano dal padre lo zio materno e due cognati perchè non voleva cedere a un matrimonio deciso dalla famiglia.
LA STORIA - Questa volta la vittima è una ragazza di 16 anni di origine indiana che è stata picchiata dal padre perchè rifiutava la prospettiva di un matrimonio già combinato nel Paese d'origine, e per essersi trovata un fidanzatino. La ragazza è ora stata affidata a una comunità protetta del capoluogo friulano. La vicenda risale all'inizio del mese di giugno, quando la sedicenne si è presentata in classe con numerosi lividi sul corpo. Interrogata da uno dei docenti sul perchè di quei segni, la giovane ha rivelato che il padre l'aveva percossa con un bastone perchè lei si era rifiutata di sottostare all'usanza di nozze «combinate» con un ragazzo del Paese di origine. Le indagini sono state svolte dalla squadra mobile della questura di Udine, che ha sentito la ragazza e i suoi genitori, i quali hanno affermato che il diverbio sarebbe invece dovuto alla scoperta di un rapporto tra la figlia e un ragazzo, anch'egli immigrato. Secondo gli investigatori, da queste ammissioni non emergerebbero tuttavia elementi contrastanti, in quanto il rifiuto del legame stretto dalla sedicenne in Italia sarebbe in contrasto con la decisione delle nozze combinate. Per questi motivi, il padre della giovane è stato denunciato per l'ipotesi di reato di maltrattamenti in famiglia, e la ragazza ricoverata in una struttura dei servizi sociali.
14 giugno 2007
Violenza e lesioni, arrestato marocchino colpito da mandato internazionale
RAVENNA - Violenza e lesioni, arrestato marocchino colpito da mandato internazionale
RAVENNA – Gli agenti della Squadra Mobile di Ravenna hanno tratto in arresto, per reati di violenza e gravi lesioni personali nei confronti della moglie, un 40enne di nazionalità marocchina. Si tratta di Benagoud Nourre El Fath sul quale pendeva un mandato d’arresto in seguito ad una sentenza emessa in Germania il 18 maggio del 1998 che lo condannò a 2 anni 4 mesi di reclusione. Giunto in Italia ha messo su un negozio di frutta e verdura nel centro di Ravenna.
In base alle indagini dell’Interpol, gli agenti della Polizia sono intervenuti nell’abitazione del marocchino in via Tivoli per arrestarlo. Ora si trova nel carcere di Port’Aurea in attesa di esser estradato.
Sassuolo: El Idrissi è evaso dal Consolato del Marocco
El Idrissi era stato accompagnato al Consolato del Marocco, per legge infatti prima di essere rimpatriati devono esservi accompagnati per permettere al console di identificare lo straniero e accertare che sia cittadino di quel paese.
Ieri due poliziotti hanno prelevato El Idrissi dal Cpt di Modena accompagnandolo a Bologna presso il consolato marocchino, al momento del riconoscimento El Idrissi ha chiesto di poter bere un bicchier d’acqua, e mentre uno dei poliziotti la versava ha spintonato gli agenti per darsi alla fuga. E’ quindi iniziata una colluttazione nella quale El Idrissi ha avuto la meglio fuggendo in strada. Gli agenti sono subito saliti in auto per seguirlo ma la Fiat Marea che stavano utilizzando si è bloccata in panne.
El Idrissi è quindi riuscito a fuggire ma a Bologna è in corso la caccia all’uomo, difficile comunque che possa essere imbarcato sul volo di venerdì mattina per il Marocco per cui era già stato acquistato il biglietto.
(Data e ora pubblicazione: 13-06-2007 ~ 09:30)
Che donne ingenue
Lui la violenta
Fermato L'ha pedinata e molestata per un mese perché non accettava la fine della loro storia. Un marocchino di 31 anni è stato arrestato dopo la denuncia della sua ex, un'interprete di 45 anni.
Lei aveva deciso di mettere un punto a quella relazione dopo aver scoperto che lui non aveva il permesso di soggiorno. Lui, però, non lo ha accettato e per vendicarsi l'ha violentata.
Minacce e coltello
La vicenda è successa a Bari, dove i carabinieri hanno fermato l'aggressore, Hafid Mustapha, un marocchino di 31 anni, per violenza sessuale e sequestro di persona. Nella notte fra mercoledì e giovedì scorsi l'uomo è andato a casa della donna, un'interprete di 45 anni, sotto la minaccia di un coltello si è fatto aprire la porta e una volta dentro l'ha violentata per tutta la notte. La mattina dopo la donna lo ha denunciato ai carabinieri, ma l'uomo si è reso irreperibile. Quando lui è tornato a trovarla domenica sera, la vittima ha avvertito i carabinieri che lo hanno arrestato.
La relazione
I due si erano conosciuti su un autobus sei mesi fa e dall'incontro era nata una storia d'amore. La donna, però, si è presto accorta dei troppi misteri del suo compagno, scoprendo così che l'uomo non aveva una casa, né un lavoro e che soggiornava clandestinamente in Italia. Da qui la decisione, presa un mese fa, di lasciarlo. Ma lui non si è rassegnato, pedinandola e molestandola. Fino a violentarla.
Albanese sorpreso con 600 grammi di eroina
Il ventenne Bruno A. è stato fermato in via Ischia, a Grottammare, nella tarda serata di lunedì 11 giugno. Aveva nascosto la droga nel paraurti della sua auto
GROTTAMMARE - "Beccato" con 600 grammi di eroina nascosti nel paraurti dell'auto. E' finito nei guai un 20enne albanese, Bruno A., trovato in possesso dell'ingente quantitativo di droga. La Polizia di San Benedetto lo ha fermato per un controllo nella tarda serata di lunedì 11 giugno in via Ischia, a Grottammare, mentre era alla guida di una vettura di grossa cilindrata.
Alla vista degli agenti il giovane ha mostrato segni evidenti di nervosismo e ha tentato di fuggire ma gli uomini della Volante sono prontamente riusciti ad immoblizzarlo. L'accurata perquisizione ha portato alla scoperta dei 600 grammi di eroina, occultati nel paraurti posteriore dell'auto, all'interno di una bustina di plastica.
L'operazione si è conclusa con l'arresto del 20enne albanese per l'accusa di detenzione a fini di spaccio di sostanza stupefacente, e con il sequestro dell'auto utilizzata per trasportare la droga.
Rapine nella ville: arrestato pregiudicato 29enne
Savona: aggredita sul treno,fermati albanese e nigeriano
alla ragazza francese che pare viaggiasse da sola. Non è ancora stato chiarito, tuttavia, se il movente sia stata una rapina, o
se a far scattare la violenza ai danni della giovane sia stata una improvvisa lite scoppiata sul treno in corsa.
La famiglia delle truffe
La famiglia delle truffe
Una donna e suo figlio, Loredana e Antonio Cena (residenti a Davagna, sulle alture di Genova), sono stati arrestati ieri a Milano, pochi minuti prima che riuscissero a truffare un’anziana signora.
La donna, 41 anni, s’era introdotta nella casa della vittima (86 anni), presentandosi come medico della Asl e dichiarando di essere incaricata di compiere una fantomatica disinfestazione; nel frattempo, il figlio (23 anni) l’aspettava in strada.
La Polizia ha eseguito l’arresto mentre la Cena era ancora nell’appartamento e i due sono stati arrestati, soprattutto perché trovati in possesso di un falso tesserino dei Carabinieri.
I Cena, nomadi di etnia Sinti (originari dell’Europa orientale), sono tristemente famosi fra le forze dell’ordine: nel 2002, la Polizia individuò a Milano una banda composta da membri del clan Cena e di altri complici, cui venivano attribuite una quarantina di truffe.
Nel luglio dello stesso anno, in un’altra operazione, questa volta a Genova, erano stati arrestati Speranza Cena, 66 anni, capofamiglia, e la figlia Lucia (37), mentre due ordinanze di custodia cautelare erano state emesse per altri due figli: Anna (31) e Giovanni (35) e un nipote, Vittorio (22); all’epoca, gli investigatori sequestrarono 15 kg di gioielli e conti correnti con milioni di euro.
Più di recente, nel 2005, in un campo nomadi di Roma sono stati arrestati per associazione a delinquere finalizzata alla truffa anche Vittorio Cena (45 anni) ed Enrico e Paola Cena (43 e 22 anni).
L’esponente di spicco della famiglia è Irma Cena, 35 anni, di Nichelino (Torino), vera e propria trasformista capace di cambiare i suoi connotati più volte al giorno e di mettere a segno truffe e raggiri a ripetizione in una sola giornata; la Polizia ha spiegato che tutti i membri del clan hanno lo stesso cognome perché i figli, nella tradizione Sinti, acquisiscono il nome della madre.
Presi i predoni dei tir cinesi
Pagoda - Questo il nome dell'operazione con la quale la polizia stradale ha sgominato una banda di italiani, marocchini e nomadi che rapinava tir carichi di capi di abbigliamento cinese. Venti arresti e sei denunce.
Tredici colpi nell'arco di pochi mesi tra Tiburtina e Casilina. Comune denominatore gli obiettivi: tir provenienti o diretti verso l'est europeo carichi di jeans, magliette, pigiami di fabbricazione cinese. Arrestate 20 persone, denunciate altre sei, recuperati 800mila pezzi rapinati. La merce rubata veniva rivenduta a grossisti di Roma, Salerno e ad ambulanti. Gli agendi della squadra di polizia giudiziaria del compartimento del Lazio della polizia stradale hanno stretto le manette ai componenti il gruppo a cui è stata contestata l'associazione a delinquere a scopo di sequestro di persona, rapina e ricettazione. Secondo gli investigatori al vertice del gruppo c'erano quattro pregiudicati, vicini di casa tra loro: padre e figlio italiani e due marocchini. La manovalanza invece era costituita da nomadi rom del campo atttrezzato di via di Salone e dell'insediamento abusivo di Ponte Mammolo. I rapinatori adocchiavano i tir diretti ai magazzini cinesi che si trovano nei pressi del raccordo vicino Tiburtina, Prenestina e Casilina. Una volta accertato che erano carichi, sequestravano l'autista e lo picchiavano. Altri malviventi prendevano il camion e stoccavano la merce in tre capannoni scoperti dalla polstrada a Tivoli, prenestino e al casilino. Poi abbandonavano i tir, mentre i complici rilasciavano i camionisti. In due casi, durante la fuga, i rapinatori hanno anche procurato incidenti.
mercoledì 13 giugno 2007
Bolognina al setaccio: 3 arresti e 8 denunce per stupefacenti
BOLOGNA - Nel contesto delle attività di controllo disposte dal Comando Provinciale dell’Arma nelle zone metropolitane più sensibili, i Carabinieri della Compagnia Bologna Centro, coadiuvati dai militari del Nucleo Ispettorato del Lavoro, hanno setacciato il quartiere della Bolognina, dove sono state eseguite verifiche a diversi esercizi commerciali in via Gobetti, via di Corticella e via Barbieri. Un bar e’ stato sottoposto a sanzioni amministrative per violazioni sul mancato aggiornamento del registro delle presenze dei dipendenti.
Nella rete stesa dai Carabinieri sono rimasti anche F. N., 40enne senegalese, e A. H., 22enne tunisino, entrambi clandestini, i quali, al momento dell’identificazione, hanno tentato di eludere la verifica fornendo l’ennesimo nome falso. Attraverso l’analisi delle impronte digitali è stato possibile risalire ai vari precedenti e trarli in arresto per violazioni inerenti la legge sull’immigrazione.
B. S. 26enne algerino clandestino e senza fissa dimora, e’ stato invece colto in flagranza nell’illecita attività di spaccio di tre dosi di stupefacente a S. U., 37enne palermitano residente a S. Felice sul Panaro, che e’ stato segnalato al Prefetto quale assuntore di sostanze stupefacenti. La successiva perquisizione ha permesso di recuperare 425 € in possesso dell’algerino, sequestrati poiché ritenuti provento dell’attività di spaccio.
Altri otto cittadini stranieri extracomunitari (due algerini, due marocchini, due tunisini e due senegalesi), tutti privi di documenti e dei titoli necessari a permanere sul territorio dello Stato, sono stati denunciati a piede libero, per violazioni varie inerenti la medesima normativa sugli stranieri.
Gli arrestati sono poi stati tradotti nelle camere di sicurezza delle Stazioni di Bologna e Zola Predosa in attesa della celebrazione del rito direttissimo.
Latina. Algerino in manette
In fuga dopo aver rubato auto, arrestati tre rumeni dai Carabinieri
RAVENNA - In fuga dopo aver rubato auto, arrestati tre rumeni dai Carabinieri
RAVENNA – Avevano da poco rubato una Ford Escort, ma sono stati intercettati da una pattuglia dei Carabinieri della Compagnia di Ravenna dopo un breve inseguimento in via Ravegnana, all'altezza dell'intersezione con via Galilei. Nei guai sono finiti tre cittadini di nazionalità rumena con l'accusa di resistenza a pubblico ufficiale e furto aggravato in concorso.
Si tratta del 21enne P.C., del 32enne N.A., e del 36enne O.I.. Questi, dopo aver passato la nottata in una cella di sicurezza, sono stati condannati martedì pomeriggio per direttissima e trasferiti al carcere di Ravenna.
L'auto, invece, è stata riconsegnata al legittimo titolare.
Pronti a delinquere
Bergamo - La provincia al terzo posto per numero di immigrati
92.400 immigrati nel territorio provinciale. Gli irregolari sono passati da 14 a 15 persone su 100
Bergamo si conferma al terzo posto in Lombardia con 92.400 stranieri sul suo territorio provinciale, pari al 10,7% del totale regionale. Rispetto al 2005, sono aumentati gli albanesi e gli indiani. Gli irregolari sono passati da 14 a 15 persone su 100, con il picco di incidenza dei boliviani che contano 31 irregolari su 100. Le prime nazionalità restano Marocco, Albania, Senegal, Romania e India, ma i collettivi di passaporto che sono aumentati di oltre 20 punti percentuali nell'ultimo anno sono Bolivia, Ecuador e Cina.
Incontro hard con foto, arrestati tre rumeni
Droga, arrestati due nomadi
Nella loro baracca, in zona Tor Sapienza, sono stati rinvenuti 43 involucri di sostanze stupefacenti
Roma, 12 giugno 2007 - Nella loro baracca c'erano 43 involucri di droga, per un totale di circa 30 grammi tra cocaina ed eroina, oltre a denaro, diversi cellulari e preziosi, come oro e pietre, di cui si sta accertando la provenienza. Due nomadi (lui di 44 anni, lei di 53 anni) originari della ex Jugoslavia e residenti nel campo di via della Martora, nella zona di Tor Sapienza, sono stati arrestati con l'accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti dagli agenti del commissariato Prenestino.
La polizia è risalita alla coppia in seguito ad un accertamento fatto nell'auto, un'Opel, nella quale è stato trovato uno zaino contenente eroina e cocaina per un peso di poco meno di un chilogrammo. Ieri sera gli agenti del commissariato Prenestino hanno fermato l'autovettura all'incrocio tra via Giorgio Perlasca e via Palmiro Togliatti, al Collatino, guidata da un cittadino di origine magrebina fuggito a piedi dopo l'alt della polizia facendo perdere le proprie tracce.
Fatta la perquisizione a bordo dell'auto è stato trovato lo stupefacente e un documento riconducibile all'intestatario della vettura, un romano di 35 anni, che, contattato, ha raccontato che in cambio di qualche dose da parte del magrebino si era intestato la macchina. Il romano, inoltre, ha detto che la merce la acquistava dai due nomadi nel campo di Tor Sapienza.
Al fresco i raccoglitori di angurie
I cinque stranieri, quattro tunisini ed un marocchino, sono stati condotti per alcuni controlli in commissariato, eseguiti insieme a personale dell’ufficio immigrazione della questura, anche con l’ausilio del sistema digitale di rilevazione delle impronte “Afis” e che hanno permesso di rivelare la reale identità dei fermati. I guai più seri per due di loro: Ben Mefth Haibibe, alias Benemefth Karim (tunisino, 25 anni) e Ben Belgamen Hosni Chaaben, alias Hosni Chaabane Ben Belgamen (34 enni, anch’egli tunisino): il primo aveva ricevuto provvedimento d’espulsione a Taranto, il secondo a Foggia. Ed essendo inottemperanti, per loro sono scattate le manette: sono stati condotti presso la casa circondariale di Lecce a disposizione dell’autorità giudiziaria.
Denunce sono invece scattate per M.B.A.B., 45enne e F.A., 35enne: anche loro tunisini, in passato avevano ricevuto decreto d’espulsione del questore disatteso e per questo all’epoca arrestati; in base alla recenti valutazioni della Corte di cassazione, ora sono stati deferiti per aver commesso lo stesso reato. Il quinto fermato, un marocchino, ha ricevuto decreto d’espulsione dall’Italia, in quanto privo di documenti. Ma ora bisognerà vedere se sarà rispettato o se entrerà anch’egli in quella che si può definire una catena infinita di arresti e denunce, in un intricato meccanismo che obbliga le forze dell’ordine a ripetere più volte questo tipo di verifiche. Nei prossimi giorni, dunque, ulteriori controlli saranno effettuati proprio per prevenire la presenza di cittadini irregolari che possano essere avviati alle attività più disparate.
martedì 12 giugno 2007
Arrestato l'ultimo dei ninja
Arco frecce e calzamaglia nera per rubare nelle abitazioni
Calzamaglia nera, arco, frecce, faretra sulla spalla, bandana nera in testa e coltello legato alla gamba. Si vestiva da guerriero ninja per rapinare le sue vittime. L’estroso ladro, Igor Vaclavic, un immigrato russo irregolare e senza fissa dimora di 31 anni, è stato arrestato dai carabinieri di Rovigo. Il ladro ninja aveva seminato il panico nelle campagne del Rodigino e del Ferrarese mettendo a segno una serie di furti che aveva come vittime privilegiate gli agricoltori della zona. Non tanto forse per i bottini, quanto per l’abbigliamento certo inusuale con il quale si presentava nelle case dei malcapitati.
Aspettava il calare del sole, faceva irruzione nelle abitazioni, tirava fuori l’arco, puntava la freccia e teneva sotto tiro i suoi bersagli finché non si decidevano a consegnargli tutti i soldi.
Questo Ronin Hood all’incontrario aveva già colpito cinque volte, racimolando un bottino di qualche migliaio di euro. L’ultimo colpo, alcuni giorni fa, l’ha visto entrare in un casale a Polesella, in provincia di Rovigo. Questa volta però l’inattesa reazione dei contadini e un colpo di fucile esploso in aria dal proprietario dell’abitazione, l’aveva messo in fuga e, grazie alla segnalazione, i carabinieri hanno pattugliato la zona fino a trovarlo, nascosto con la sua calzamaglia nera in un casolare abbandonato. Ora il russo si trova in carcere a Rovigo, con l’accusa di rapina aggravata continuata, ed è a disposizione dell’autorità giudiziaria e, probabilmente, di un buon psichiatra.
Milano, svaligiata casa Galliani
Milano, svaligiata casa Galliani
hanno portato via la cassaforte
Rubati gioelli e beni per decine di migliaia di euro
MILANO - I soliti ignoti nell'appartamento del vicepresidente del Milan, Adriano Galliani, in via Bigli, in pieno centro a Milano. Gli ignoti hanno scardinato la cassaforte contenente gioielli da una parete, portandola via. Galliani ha presentato denuncia, mancherebbero oggetti e valori per decine di migliaia di euro. Il dirigente calcistico ha ammesso di non ricordare bene il contenuto della cassaforte: "Non la aprivo da tempo", ha dichiarato.
I ladri hanno agito la notte scorsa. Sono entrati nell'appartamento, dove non c'era nessuno, da una finestra al secondo piano, passando da un balconcino affacciato sul cortile interno. Hanno portato via la cassaforte e altri oggetti passando dalla porta d'ingresso. Il furto è stato scoperto al mattino dalla governante. Il sospetto degli investigatori è che il colpo sia opera di ladri acrobati, probabilmente provenienti dall'Est europeo.
Dopo la denuncia di Galliani la scientifica si è recata nell'appartamento per i rilievi del caso, e ha riscontrato una serie di tracce e impronte digitali. Gli investigatori sperano anche di ottenere nuovi elementi dalle immagini riprese dalle telecamere di videosorveglianza installate nel palazzo e nella zona.
(11 giugno 2007)
Cuneo: tenta di violentare 15enne, arrestato marocchino
ALBA (Cuneo) - Ha seguito una 15enne nei bagni di una discoteca, ha sprangato la porta e ha tentato di violentarla. Le urla della giovane sono state sentite da altre ragazze che hanno avvisato la security. L'aggressore, un marocchino clandestino di 26 anni, e' stato arrestato dai carabinieri di Alba, nel cuneese, con le accuse di tentata violenza sessuale, sequestro di persona, lesioni personali e violazione della legge sull'immigrazione. La ragazza era in discoteca per festeggiare la fine dell'anno scolastico. In ospedale e' stata medicata per le numerose ecchimosi e graffi su varie parti del corpo: e' stata giudicata guaribile in dieci giorni. (Agr)
Roma: sequestrano una donna, arrestati quattro rumeni
ROMA - Quattro rumeni sono stati arrestati la notte scorsa dalla polizia di Roma con l'accusa di sequestro di persona, violenza sessuale e lesioni gravi nei confronti di una loro connazionale di 25 anni. E' stata proprio la donna a ricostruire la vicenda agli agenti. Gli aggressori sono entrati con la forza nella baracca dove vive la rumena con bastoni e un'accetta: il fidanzato della vittima, anch'egli rumeno, ha cercato di difendere la donna, ma e' stato picchiato. E' riuscito pero' a fuggire, avvertendo il 113. Scappati a loro volta, i quattro sono stati comunque individuati e arrestati. (Agr)
Sequestravano immigrati clandestini per 500 euro: 13 arresti
L'operazione ha sgominato una banda di stranieri che organizzavano sequestri di immigrati provenienti in particolare dalla difficile regione del Darfur. L'organizzazione aiutava i clandestini arrivati sulle coste siciliane e trasferiti nei centri di prima accoglienza a fuggire. Dopo la fuga però il sequestro. I clandestini venivano infatti sequestrati e ai familiari veniva chiesto un riscatto dai 300 ai 500 euro, per la liberazione degli ostaggi. A pagamento avvenuto la banda provvedeva a fornire un biglietto ferroviario ai clandestini per raggiungere città come Roma, Milano ma anche per sconfinare in Francia.
Tra i fermati, un marocchino, due eritrei e un gruppo di sudanesi. L'operazione si è articolata fra Milano, Roma, Palermo, Catanzaro e Crotone. Il centro dell'organizzazione criminale era nel crotonese dove, nel Centro di prima accoglienza Sant'Anna di Isola Capo Rizzuto, avvenivano i sequestri. Altro importante polo della banda era Milano dove gli inquirenti hanno trovato in un appartamento una stamperia per la fabbricazione di certificati e documenti di identificazione falsi.
Albanese lancia granate...arrestato
Lunedì, 11 Giugno 2007 ore 15:17
Rissa turco-albanese
IMPERIA. 11 GIU. La scorsa notte a Sanremo è avvenuta una rissa tra immigrati turchi e albanesi. Il bilancio è di due giovani accoltellati e di due contusi. Sembra si sia trattato di una spedizione punitiva da parte dei turchi organizzati con bastoni e coltelli. I quattro feriti, tutti albanesi, sono stati portati al pronto soccorso.
Nomade arrestata da polizia per furto in appartamento
Bologna, 11 giu. - (Adnkronos) - Il tentato furto in appartamento e' andato male a due ladre croate.
Quando hanno aperto la porta di un appartamento di un condominio di via Cavalieri Ducati, alla periferia di Bologna, si sono trovate di fronte il padrone di casa, un pakistano di 27 anni che le ha bloccate in collaborazione con gli altri condomini. Per sfuggire all'arresto, ieri pomeriggio, le due hanno raccontato di avere 13 anni.
Dall'esame auxologico e' emerso che una aveva almeno 15 anni e per questo e' stata arrestata per tentata rapina aggravata, tentato furto aggravato e ricettazione.
Arresti ed espulsioni a raffica
Un algerino di 29 anni è invece finito in manette a Bergamo per aver tentato di rubare la macchina di un poliziotto fuori servizio: gli è stata contestata anche l'aggressione a pubblico ufficiale.
Arrestati infine tre marocchini di 18, 22 e 27 anni, accusati di detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio. Il blitz è scattato a Brusaporto nell'appartamento di uno dei tre.
Nel corso di un'altra operazione invece, a Bergamo davanti a un locale di via Baschenis, 19 persone sono state portate in Questura per essere identificate: nove - tutti immigrati - sono state espulse perchè irregolari.
(11/06/2007)
lunedì 11 giugno 2007
Bloccato dalla Gdf traffico di valuta
BARI - Un illecito traffico di valuta per oltre 250 mila euro e' stato scoperto dai militari del comando provinciale della Guardia di Finanza di Bari. Nel corso di un controllo effettuato nell'aeroporto "Giovanni Paolo II" del capoluogo pugliese, gli agenti hanno sorpreso un cittadino egiziano con indosso assegni di diversi istituti, dei quali non era in grado di giustificare provenienza e possesso. I titoli erano anche privi di intestazione e del luogo di emissione ed erano postdatati. L'egiziano e' stato denunciato. (Agr)
4 zingari fermati sorpresi a rubare
(AGENZIA GRT) - Quattro bambini zingari, due dei quali quattordicenni e gli altri due minori di 14 anni, sono stati fermati dai carabinieri della Stazione di Corciano (Perugia) dopo essere stati sorpresi a rubare in diverse case nella zona di Ellera. I due quattordicenni sono stati denunciati a piede libero mentre gli altri due segnalati al Tribunale dei Minori di Perugia.
Egiziano rapina prostituta
ROMA: ARRESTATO DAI CARABINIERI DOPO RAPINA AD UNA PROSTITUTA |
lunedì, 11 giugno 2007 13:00 | |
Roma, 11 giu. .- (Adnkronos) - I Carabinieri del Nucleo Radiomobile di Roma hanno arrestato un egiziano 29enne senza fissa dimora responsabile di rapina ai danni di una prostituta romena di 17 anni. La vicenda ha come sfondo Via Salvatore Pincherle, in zona San Paolo, dove la giovane ragazza dell'est, insieme a tante altre, e' da tempo costretta a prostituirsi. Questa volta ad avvicinarla sul marciapiede e' stato un egiziano che le ha chiesto prestazioni gratuite. Al rifiuto della giovane, l'uomo l'ha aggredita e rapinata della borsa, allontanandosi lungo Viale Marconi. Una gazzella dei Carabinieri, richiamata in quella zona dalle grida della prostituta, e' riuscita ad individuare l'uomo. Nel tentativo di sottrarsi al fermo, l'egiziano ha aggredito i militari anche dopo essersi auto-inflitto alcune ferite. La prostituta romena e' stata portata al Pronto Soccorso del Sant'Eugenio dove le e' stato riscontrato un lieve trauma alla spalla destra. |
Stupro al Parco Nord di Bresso
16:59 | |
MILANO: STUPRO NEL PARCO, POLIZIA ARRESTA EGIZIANO | |
Milano, 10 giu. -(Adnkronos) - E' stato arrestato l'uomo che giovedi' sera aveva prima rapinato e poi violentato una sudamericana di 20 anni al Parco Nord di Milano. A fermarlo ieri sono stati gli agenti della squadra mobile meneghina, che da due giorni fingevano di allenarsi nel Parco per individuare l'aggressore, anche grazie alla precisa descrizione fornita dalla vittima. |
Scontro tra bande di albanesi: inseguimento da film in strada
Protagonisti del rocambolesco pomeriggio due bande di albanesi, otto persone in tutto che venerdì, poco dopo le 17 si erano ritrovate in un’area di servizio che funziona anche come autolavaggio, lungo la provinciale 229 a Pogliano Milanese. Evidentemente avevano dei conti in sospeso da regolare, tanto che ad un certo punto è scoppiata una violenta rissa sotto gli occhi di numerosi testimoni. I quali, quando uno dei contendenti ha estratto un pistola iniziando a sparare, hanno cercato riparo dietro le auto che stavano pulendo. Dopo gli spari, la fuga all’impazzata: alcuni a bordo di una Bmw, gli altri su un fuoristrada Mercedes. Le due auto si sono dirette verso Vanzago a forte velocità, in un alternarsi di tamponamenti e di manovre pericolose che hanno creato il vuoto fra gli automobilisti incrociati, alcuni dei quali costretti addirittura a uscire di strada per evitare di essere investiti.
Poi, fuggiaschi ed inseguitori, passando da Pregnana Milanese sono arrivati fino a Rho, approdando in via Torino nei pressi della stazione ferroviaria e del supermercato Unes. Lo straniero alla guida della Mercedes ha tamponato la Bmw che è finita fuoristrada. Gli occupanti, per garantirsi la fuga, hanno allora esploso altri colpi di pistola assolutamente incuranti della gente che si trovava nella zona e che, terrorizzata, è scappata temendo il peggio.
I carabinieri chiamati oltre che da alcuni automobilisti, anche dai residenti in via Torino, sono arrivati quando ormai era tutto finito. Hanno recuperato la Bmw intestata ad una ditta di Milano. L’auto è stata sottoposta ai rilievi, nella speranza di riuscire a risalire agli autori del pomeriggio di paura andato in scena sulle strade di Rho.
Albenga, droga e furti: due arresti e una denuncia
Albenga. Due fratelli albanesi, Gengi Alia, muratore regolare di 35 anni, e Altin Alia, irregolare di 30 anni, sono stati arrestati dai carabinieri di Albenga nell’ambito di una operazione antidroga che ha portato a scoprire anche parte della refurtiva di alcuni colpi messi a segno nel territorio albenganese. Da tempo i militari della compagnia di Albenga erano sulla tracce dei due fratelli, e dopo una serie di pedinamenti e appostamenti, i carabinieri hanno fatto scattare il blitz nei confronti dei due: il primo è stato tratto in arresto ad Albenga, il secondo ad Ortovero. Nel corso della perquisizione domiciliare nella casa in cui vivevano, i militari hanno rinvenuto in una scarpa 40 grammi di cocaina purissima ancora da tagliare, per un valore sul mercato stimato in circa 4.000 euro. I carabinieri hanno ricondotto ad Altin Elia anche una scheda di cellulare rubata nella sede Enel di Albenga. Per i due fratelli albanesi l’accusa è di spaccio di sostanze stupefacenti e ricettazione. Per Altin Alia è inoltre scattato l’arresto per la violazione della legge Bossi-Fini sull’immigrazione. Nel corso dell’operazione i militari hanno poi individuato una terza persona, D.A., 44 enne albanese, artigiano edile residente ad Albenga, denunciato per ricettazione in quanto nella sua auto sono stati trovati una tastiera musicale e una cassa rubati nel mese di aprile da un furgone in via Piave, sempre nella cittadina ingauna: il proprietario, un ragazzo di Laigueglia, ha riconosciuto la refurtiva e oggi pomeriggio tornerà in possesso del materiale rubatogli. “E’ stato un ottimo lavoro operativo e di indagine che dimostra la nostra massima attenzione al problema dello spaccio di sostanze stupefacenti nell’albenganese. Motivo di soddisfazione è il recupero di parte della refurtiva di alcuni colpi perpetrati ad Albenga, credo che con la giusta pazienza investigativa i militari riuscirannno a risalire agli autori dei furti nell’albenganese, che hanno sollevato polemiche sulla sicurezza certamente esagerate. Non posso comunque non rilevare come il provvedimento di indulto sia stato la causa principale dell’escalation di furti, rapine e altri reati, sia nel territorio ingauno che nella provincia savonese”, ha affermato ad IVG.it il Cap. Roberto Arcieri, comandante della compagnia carabinieri di Albenga.
Blitz nei campi nomadi
IMPEGNATI 120 MILITARI, CANI, ELICOTTERI Mantova, blitz nei campi nomadi Sgominata banda di ladri “sinti” |
Un maxi blitz dei carabinieri nei campi nomadi di Mantova ha permesso di sgominare una banda di rom, ritenuta responsabile di almeno una ventina di colpi ai danni di bar, stazioni di servizio e auto in sosta. Tre i campi setacciati dai 120 militari in azione, con l’appoggio di unità cinofile e elicotteri, e otto gli arresti effettuati: due sono finiti in carcere, quattro ai domiciliari, mentre due sono attualmente ricercati. Si tratta di disoccupati, tra i venti e i trent’anni, di origine sinti, domiciliati nei campi nomadi di via Learco Guerra, del Trincerone e di Marmirolo. I furti contestati alla banda sono avvenuti prevalentemente in abitazioni, messi a segno sia di giorno che di notte e con la presenza delle persone in casa. Ma, nella ricostruzione dei carabinieri, ci sarebbero raid anche in esercizi pubblici, stazioni di servizio e auto in sosta. In particolare, qualcuno di loro si era specializzato nel furto delle borsette lasciate sulle auto dalle mamme che andavano a prendere i figli a scuola. In azione nelle ultime ore anche i carabinieri di Alba che, durante un servizio straordinario di controllo del territorio, sono riusciti ad individuare e sgomberare un campo nomadi abusivo. Numerose le segnalazioni giunte al 112 da parte di residenti della zona di corso Bra, preoccupati per la presenza di alcuni nomadi accampati nei pressi delle loro abitazioni. I militari si sono recati immediatamente sul posto ed hanno effettivamente riscontrato la presenza di alcuni nuclei familiari di etnia slava, per un totale di 25 persone compresi i minori, i quali avevano posizionato i loro camper e roulotte all’interno di un’area di proprietà pubblica, solitamente utilizzata dalla Motorizzazione Civile per compiere revisioni e collaudi su autoveicoli. Concluse le procedure di identificazione dei nomadi, molti dei quali risultavano avere precedenti penali e di polizia per reati contro il patrimonio, i carabinieri hanno provveduto a sgomberare la zona ed il gruppo ha lasciato la città. Dieci nomadi sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Alba in quanto responsabili del reato di invasione ed occupazione abusiva di area pubblica e per loro è stata anche inoltrata una proposta di foglio di via obbligatorio alla questura di Cuneo. [Data pubblicazione: 09/06/2007] |
Ravenna: vendevano anelli finti, arrestati 2 rumeni
Una coppia di rumeni è stata indagata dalla Polizia in stato di libertà per contraffazione, ricettazione e tentata truffa in concorso.
Altri due rumeni in galera
sabato, 09 giugno 2007 13:18 | |||||
ARRESTATI DUE CITTADINI RUMENI |
Alle ore 13,35 personale del commissariato San Fruttuoso notavano una coppia di cittadini stranieri nei pressi di via Torti camminare a passo svelto. Gli operanti insospettiti li seguivano e notavano che i due stavano rovistando all’interno di una busta di plastica, dove all’interno si trovava una borsa da donna con alcuni effetti personali.