giovedì 28 giugno 2007

Blitz antidroga, arrestato un albanese

MILANO - Blitz antidroga a Rozzano. Un uomo albanese di 40 anni è stato arrestato. Sequestrati anche 60 chili di eroina del valore di un milione e mezzo di euro.
SEGNALAZIONE - L'intervento del comando provinciale della Guardia di Finanza di Milano è avvenuto lunedì. Le Fiamme Gialle hanno spiegato che l’operazione è nata dalla segnalazione fatta al 117 da un cittadino di Rozzano insospettito dai forti rumori che giungevano da un appartamento confinante al suo con le tapparelle sempre abbassate. Dopo una fase iniziale di appostamento e di pedinamento, i finanzieri hanno deciso di perquisire l’auto dell’albanese, che nascondeva quattro chilogrammi di eroina. Da qui il controllo di routine nella casa-laboratorio e la scoperta di altri 55 chili di droga. L'albanese con regolare permesso di soggiorno è incensurato. L'appartamento-laboratorio usato per il deposito, lo stoccaggio e il taglio della droga è stato messo sotto sequestro.

Segrate, marocchini presi con 248 chili di hashish

Sono due marocchini residenti in provincia di Bergamo gli immigrati arrestati nel Milanese con quasi 250 chili di hashish. I carabinieri del capoluogo lombardo hanno messo a segno il blitz a Segrate: i militari della compagnia Duomo seguivano da tempo i movimenti di una banda sospettata di trafficare con grandi quantità di stupefacente.

I due arrestati, che abitano nella Bassa Bergamasce, erano su una Renault Megane con targa francese: all'interno avevano nascosto ben 248 chilogrammi di hashish.

Durante l'operazione altre due persone, probabilmente immigrati, sono invece riuscite a fuggire: l'auto con la quale sono scappati è stata trovata poco più tardi a Pioltello, sempre nel Milanese.

I marocchini finiti in manette, che hanno 26 e 37 anni e che erano già noti alle forze dell'ordine sempre per reati legati al traffico di droga, ora si trovano in carcere a disposizione della magistratura.

SPECIALISTA IN FURTI CON 9 FIGLI, DIFFERITA PENA A 23 ANNI

(AGI) - Nuoro, 16 giu. - Una nomade croata di 33 anni, specialista in furti in appartamento, deve scontare oltre 23 anni di reclusione per cumulo di pena, ma, benche’ colta in flagrante ieri a Nuoro, non puo’ andare in carcere perche’ madre di nove figli piccoli e quindi l’esecuzione della pena e’ differita. Con uno di questi, una ragazzina di 14 anni, e assieme a una connazionale di 32 anni,la donna e’ stata sorpresa ieri mattina, dopo un pedinamento, al quinto piano di un condominio, da personale della Squadra Mobile di Nuoro.
Le tre avevano con se’ schede telefoniche e ferri per forzare le porte, arnesi utilizzati in quattro furti in appartamento denunciati nelle ultime due settimane in citta’, per un bottino complessivo di circa 13.000 euro in denaro e preziosi.
Risultano due, invece, i colpi tentati e falliti. I testimoni hanno sempre riferito di aver notato sul posto due donne nomadi.
Le indagini accerteranno se le due croate bloccate ieri, entrambe residenti nel campo nomadi di Sassari, sono responsabili di questi sei episodi. Intanto, sono state denunciate a piede libero per tentato furto in concorso. La ragazzina e’ stata affidata alla nonna.(AGI)

TENTATO RAPIMENTO NEONATA: ZINGARE SPARITE E NUOVO PROCESSO

(AGI) - Lecco, 16 giu. - Seconda udienza lunedi' prossimo del nuovo processo alle due giovani zingare che il 7 febbraio 2005 in centro Lecco tentarono di rapire una bimba strappandola dalla culla che stava spingendo la mamma. Le due donne erano gia' state processate con rito direttissimo ma la Cassazione aveva annullato la sentenza per difetto di motivazione e ritenendo la proposta di pena accolta dal Giudice Monocratico Maria Cristina Sarli troppo esigua rispetto alla gravita' dei fatti. Per questo il processo e' da rifare. Una vicenda che fece parecchio clamore attirando anche l'attenzione nazionale se non altro perche' le due zingare furono scarcerate subito dopo la sentenza. Da allora hanno fatto perdere le tracce. I fatti si svolsero sul sagrato della Basilica di San Nicolo', a Lecco. Erano le 11.30 di un venerdi'. Una donna, trentenne residente in citta', stava passeggiando non lontano dalla propria abitazione, spingendo la carrozzina con dentro la figlioletta di sette mesi.

Improvvisamente fu stata accerchiata da tre nomadi, una alle spalle e le altre due sbucate da un cespuglio. La piu' 'anziana', Sineta Caldaranu, lancio' l'ordine alle complici, Copalea Sopirla e una dodicenne: ''Prendi bimbo, prendi bimbo''. La giovane mamma, vistasi accerchiata conscia del pericolo reagi' afferrando tra le braccia la figlioletta per poi sferrare un calcio negli stinchi alla nomade piu' vicina.
Infine spinse con forza il passeggino facendosi largo fra le due malviventi che le si erano parate davanti. Quindi aveva chiamato il 113. Alle 12.25 i poliziotti individuarono e bloccarono le zingare. Il Pm Luca Masini, ottenne dal Gip la convalida dell'arresto per tentato di sequestro di persona. Ma il giorno dopo al termine del processo per direttissima e il patteggiamento della pena per 'tentata sottrazione di minori, il Giudice dispose l'immediata scarcerazione. Da qui le polemiche con la scesa in campo anche della Lega Nord che organizzo una fiaccolata l'insegna dello slogan: 'Giu' le mani dai nostri bimbi'. Fu polemica anche con il Procuratore dei Minori, Giovanni Ingrasci' che ''sulla base della documentazione disponibile e su quanto affermato dalla mamma della neonata'' configuro' l'episodio come ''minacce ma non certo un tentativo di sequestro o di sottrazione di minore'' nel valutare la posizione della zingarella dodicenne che non fu neppure indagata perche' al di sotto dell'eta' minima prevista per la punibilita' di un minorenne. Nella prima udienza del nuovo processo, svoltasi il 14 febbraio scorso, l'avvocato difenfensore d'ufficio delle due nomadi, Flavio Natali, aveva chiesto che gli atti processuali compiuti nel febbraio di due anni fa, compresa la derubricazione del reato e relativo patteggiamento, mantenessero la loro validita' e fossero riesaminati dal nuovo Giudice, Manuela Rossi. E che lo stesso riempisse la 'lacuna' del difetto di motivazione rilevata dalla Suprema corte. Di parere diverso il Procuratore capo, Annamaria Delitala, che non si oppose al riesame del patteggiamento, dicendo pero' no alla derubricazione del reato da tentato sequestro di persona a tentata sottrazione di minore. (AGI)

Stupra l’ex fidanzata e la getta nel cassonetto: condannato un bosniaco

Maltrattamenti, minacce, ripetute violenze fisiche e psicologiche per quattro anni, dal 2002 al 2006. E poi l’ultimo squallido e brutale gesto che Mersud Osmanovic ha compiuto nei confronti della sua ex-compagna: nella notte tra l’8 e il 9 ottobre dello scorso anno il bosniaco di 25 anni, dopo aver costretto la donna a salire sulla sua automobile, con violenza e minacciandola con un cric, l’ha picchiata. Un incubo che non è finito. Il nomade ha condotto la ragazza in un campo rom in via dell’Imbrecciato, nella zona del Trullo, obbligandola a salire sul suo camper. L’ha costretta ad assumere droghe e a bere alcolici per farle abbassare il suo stato di vigilanza e poi, legandole mani e piedi al letto, ha abusato di lei ripetutamente.
Ma la tragedia è proseguita. L’uomo si è disfatto della sua vittima, gettandola in un cassonetto della spazzatura, in via della Magliana. La donna, stordita per le botte e impaurita, ha iniziato a urlare e a disperarsi. Fortunatamente i suoi lamenti sono stati sentiti dai passanti che l’hanno soccorsa e condotta all’ospedale San Camillo.
I reati contestati a Osmanovic dal pm Staffa sono minacce, violenza sessuale aggravata, lesioni, maltrattamenti e sequestro di persona. Per queste accuse l’imputato bosniaco è stato condannato con rito abbreviato a quattro anni di reclusione dal giudice dell’udienza preliminare Donatella Pavone. Il gup ha anche disposto un risarcimento del danno di 50mila euro in favore della vittima costituitasi parte civile nel giudizio e assistita dall’avvocato Geraldine Pagano. La vicenda non è che il culmine di quattro anni di maltrattamenti, oggetto delle contestazioni per cui il bosniaco è imputato. Secondo l’accusa, Osmanovic avrebbe sistematicamente sottoposto l’ex compagna «a un regime di maltrattamenti, picchiandola, umiliandola, pretendendo da lei rapporti sessuali violenti e minacciandola di morte».

Arrestati due narcotrafficanti albanesi

Teramo | La Polizia di Stato arresta due giovani nacotrafficanti albanesi: rinvenuti 678 grammi di cocaina. Deferite alla locale Autorità Giudiziaria altre 5 persone ritenute responsabili di un traffico di sostanze stupefacenti.

A finire nella rete di poliziotti aprutini stavolta sono due cittadini albanesi, G.A. di 25 anni e X.S. di 24 anni, arrestati dalla Polizia di Stato nella flagranza di reato.

L'operazione antidroga è frutto di un'intensa attività investigativa avviata dagli uomini della caserma "Passamonti" della Questura di Teramo che si sono avvalsi anche dell'ausilio di intercettazioni telefoniche.

Non c'è scampo per i trafficanti di droga in provincia di Teramo, nonostante si tratti pur sempre della solita punta dell'iceberg: si stima, infatti, che l'ammontare di droga in circolazione superi pur sempre il 90% nonostante gli sforzi degli investigatori.

A conclusione di numerosi servizi di pedinamento e di osservazione protrattisi senza soluzione di continuità, sono state deferite alla locale Autorità Giudiziaria in totale 7 persone ritenute responsabili di un traffico di sostanze stupefacenti lungo la fascia costiera della provincia di Teramo.

L'attività informativa, gli appostamenti ed i preventivi pedinamenti delle persone sospettate di appartenere al gruppo, hanno consentito alla magistratura aprutina, su proposta della Questura di Teramo, di sottoporre diverse utenze ad intercettazione telefonica.

I cui esiti, opportunamente sviluppati e riscontrati, hanno portato gli inquirenti ad eseguire una perquisizione domiciliare nel corso della quale sono stati rinvenuti 678 grammi di cocaina, ed altro materiale d'interesse, nella disponibilità dei due cittadini albanesi arrestati nella flagranza di reato.

L'attività investigativa in corso è stata ulteriormente approfondita tanto da accertare responsabilità penali anche a carico di altre cinque persone, tutte tra 22 e 33 anni, coinvolte nel traffico di stupefacenti, tutte di nazionalità albanese, che sono state denunciate per concorso nella detenzione a fine di spaccio di sostanze stupefacenti. I due arrestati sono stati tradotti presso la locale Casa Circondariale di Teramo.

Due chili di eroina nel bagagliaio, tre arresti a Pisa

(ANSA) - PISA, 15 GIU - Nascondevano due chili di eroina nel bagagliaio dell'auto: arrestati dalla polizia tre extracomunitari nei pressi della stazione di Pisa. I tre, un albanese, un algerino e un tunisino, sono accusati di detenzione di droga ai fini di spaccio. Una volta immessa sul mercato, l'eroina, che era divisa in quattro panetti, avrebbe fruttato, secondo la polizia, circa 50 mila euro.

Bastarde pregne...

PALERMO: FURTI IN APPARTAMENTO, IN MANETTE 2 GIOVANI ROM INCINTE

PALERMO (ITALPRESS) - Due ragazze rom, in stato di gravidanza, sono state arrestate dai carabinieri per furto in appartamento. Sono state bloccate, mentre si allontanavano da un'abitazione di via Tommaso Natale, a Palermo. Insieme a loro c'era una 12enne, che e' stata affidata ad una casa famiglia. Le due giovani, Nicolik Musema e Jovanovic Sangrepa, residenti nel campo nomadi di via del Fante, nel capoluogo siciliano, si erano introdotte in un appartamento, pensando che non vi fosse nessuno all'interno. Dopo avere suonato piu' volte al campanello, senza avere ricevuto risposta, hanno forzato la porta di ingresso. Invece, in casa c'era la figlia dei proprietari che si stava asciugando i capelli e non ha sentito nulla. Le due ladre, non appena si sono accorte della giovane, hanno tentato di fuggire, ma sono state bloccate dai genitori della ragazza che stavano rientrando a casa. Nel frattempo, informati da alcuni vicini, sono giunti sul posto i carabinieri che hanno arrestato le due nomadi, trovate in possesso di un telefono cellulare, 100 euro in contanti e circa 1200 euro di buoni benzina.

Emergenza Rumeni a Pescara: degrado, delinquenza e disagio sociale

PESCARA. Qualcosa è già cambiato da mesi. Era inevitabile e prevedibile. Così, come altrove, anche il tessuto sociale pescarese sta risentendo dei cambiamenti delle leggi e della immigrazione sempre più imponente. Con l’entrata nella Ue della Romania Pescara è stata letteralmente invasa dagli “ex extracomunitari” che ora non hanno più bisogno di un permesso di soggiorno per rimanere in Italia.

Per loro rimanere nel bel paese è una priorità, sebbene non abbiano un lavoro stabili o condizioni accettabili per sopravvivere.
E quindi anche i pescaresi si organizzano e sale i livello di agitazione verso gli stranieri che assediano ogni terreno abbandonato o ruderi fatiscenti e costruiscono accampamenti o riattano baracche per viverci.
Sono moltissimi gli insediamenti che accolgono donne e bambini e che fanno da supporto ai capi famiglia che in mancanza di altro non fanno che alimentare il mercato della malavita fatto di furti, accattonaggio e molestie varie.
Così vere e proprie ronde di cittadini sono state messe in atto in via del Circuito e nei pressi dell’ex consorzio agrario, ma anche in via Aterno dove i pescaresi di notte vegliavano sui loro terreni per evitare che i rumeni tornassero a ristabilirsi lì.
E solo l’arrivo delle volanti, coordinate da Pierfrancesco Muriana, ha evitato il peggio proprio mentre uno dei rumeni, con un bastone, ha tentato di scagliarsi contro i residenti che riteneva responsabili per lo sgombero di poche ore prima da parte della polizia.
E’ diventato sempre più frequente l’intervento delle forze dell’ordine nell’individuare ed eliminare tutte quelle situazioni giudicate favorevoli all’accampamento.
«Dal canto nostro intensificheremo controlli e cercheremo di prevenire situazioni di rischio», hanno detto Di Domenico della polizia e Grippo, comandante dei vigili urbani, «fino ad ora sono stati 21 gli sgomberi coatti e gli abbattimenti di strutture per un totale di 250 persone allontanate. Dall’inizio dell’anno il sindaco D’Alfonso ha emesso 35 ordinanze di sgombero su terreni del territorio comunale».
E sono molte le aree prese di mira dalle baraccopoli. Non è sfuggita nemmeno l’area dell’ex Fea che sarebbe diventata una nuova “fonderia Camplone”, la struttura per eccellenza che accoglieva in maniera precaria gli extracomunitari fino a pochi mesi fa quando le strutture fatiscenti sono state rase al suolo.
Al fenomeno che rischia di diventare di ordine pubblico, oltre che sociale, polizia e vigili urbani hanno promesso una intensa azione di prevenzione.
Ieri l’ultimo arresto di un rumeno per aver rubato una bicicletta.

Bologna: la Polizia arresta due nomadi per furto

Cronaca Bologna - Ieri in via Indipendenza in centro, le due zingare, assieme ad un complice denunciato, hanno preso di mira una ragazza di 37 anni. Una 24enne con un bimbo al seguito le ha rubato il portafogli dalla borsa senza che se ne accorgesse e l'ha passato ai due complici, un ragazzo di 15 anni e una ragazza risultata maggiorenne dall'esame auxologico.
Una commerciante ha però assistito alla scena e ha allertato una volante del 113 che passava di lì. I poliziotti hanno individuato e bloccato i 3 ladri che fuggivano in direzione della stazione ferroviaria.
Il 15enne alla loro vista ha gettato il portafoglio in un cestino dell'immondizia, poi recuperato e restituito alla derubata. Il minore è stato denunciato per furto aggravato in concorso, mentre le sue due complici sono state arrestate per lo stesso reato.

Presi i pendolari dei furti...

E' "Game over", bloccata la banda dei pendolari che di notte rubava in bar e circoli tutti i soldi dalle macchinette dei videopoker e videogame

Pendolari dei furti, in auto o in treno raggiungevano nottetempo gli obiettivi con un raggio di azione comprendente varie regioni del centro e del nord Italia. Per far scattare il piano era sufficiente una telefonata di segnalazione. Agiva così un gruppo di cittadini stranieri, per lo più di albanesi, sgominati dai carabinieri del Comando provinciale di Cuneo al termine dell’operazione “Game over”. Cinquanta i furti eseguiti nel 2006, di cui una ventina nel capoluogo provinciale e dintorni: nel mirino soprattutto bar ed esercizi pubblici con particolare interesse per le apparecchiature videogame e videopoker.

Conversazioni telefoniche e trasferte anche di centinaia di chilometri erano attentamente monitorate dai carabinieri durante le indagini partite a gennaio e coordinate dalla Procura della Repubblica. Principali indiziati alcuni albanesi gravitanti tra i comuni di Cuneo, Borgo San Dalmazzo e Boves. Colpivano in Liguria, Toscana, Veneto, Piemonte senza disdegnare però anche l’ambito locale. Sarebbero in particolare responsabili di furti a Peveragno, Cervere, Sale (Al), Castelfiorentino, Piazzola sul Brenta, Sestri Levante, Carasco. La refurtiva oscillava, di volta in volta, tre i 250 e i 4300 euro.

A Cervere in particolare uno degli episodi: in data 6 maggio, portato a termine il colpo, due esponenti della banda hanno mancato l'appuntamento con il complice che li attendeva in auto. Giovane e da poco in Italia, l’autista improvvisato aveva infatti perso l’orientamento, finendo in panne sull'autostrada. La sua disavventura si è conclusa in ospedale dove ha ricevuto le prime cure per le lesioni procuratesi nel tentativo di cambiare un pneumatico danneggiato. Questo e i frequenti soggiorni in alberghi al termine dei furti hanno agevolato l’identificazione dei vari soggetti gravitanti attorno alla banda.

Il 23 maggio in 4 sono così stati rintracciati a Boves, Dronero, La Loggia e Scandicci e successivamente arrestati in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip presso il Tribunale di Cuneo. Kadiu Bledar, 26 anni, e Sotiri Foto, 21, residenti in Boves, Ujka Agron, 26, domiciliato in Borgo San Dalmazzo ma di fatto senza fissa dimora, Lamaj Mikel, 30 anni, dovranno rispondere di concorso in più furti pluriaggravati continuati e inosservanza continuata delle prescrizioni della sorveglianza speciale.

Altri 5, tutti albanesi e rumeni, sono inoltre stati denunciati in stato di libertà: erano responsabili di concorso occasionale in alcuni degli episodi.

“L’operazione – spiega il comandante del reparto operativo, tenente colonnello Mario Simeoni (nella foto)– rappresenta una risposta concreta e immediata alla sempre più pressante richiesta di sicurezza avanzata dalla comunità locale. Gli arresti hanno infatti consentito di porre un freno ad uno dei gruppi criminali di matrice straniera senza dubbio maggiormente attivi, nel contesto territoriale”.

Proprio la sicurezza urbana ha acquisito in questi ultimi anni un’importanza notevole nell’agenda politica nazionale, ma soprattutto è cresciuto l’impegno degli enti locali. Sindaci e presidenti delle province sono sempre più coinvolti in comitati di ordine pubblico. E le stesse regioni hanno sviluppato legislazioni in tema di polizia locale.

Occorre però fermarsi a riflettere sull’evoluzione imboccata, sulla necessità di politiche organiche anche a lungo termine sia per le grandi metropoli che per i piccoli centri, sul bisogno di una stretta collaborazione, non priva di criticità, tra autonomie locali e istituzioni statali. Ed è questo lo scopo del convegno che si terrà il 1° giugno a Villa Gualino, a Torino. Un dialogo ad alto livello per una questione che oggi quasi quotidianamente occupa le pagine dei giornali.

Mitico...

Scontro fra auto e ambulanza. Sul mezzo
di soccorso era trasportato un rumeno. Feriti
i due conducenti, i paramedici e il trasportato
di Roberto Bettinelli

Crema - Scontro fra auto e ambulanza ieri sera alle 23.30 al semaforo di via del Macello. La Fiat Brava condotta da E.A.M., 31 anni marocchino, proveniva da via Visconti quando si è scontrata in mezzo all’incrocio semaforico contro l’autoambulanza che giungeva dalla Paullese. Lo schianto è stato terribile, con l’auto che ha centrato la fiancata dell’ambulanza. A bordo del mezzo di soccorso c’erano tre paramedici del 118 e un paziente di nazionalità rumena. L’unità del 118 aveva appena effettuato l’intervento di soccorso e si stava dirigendo verso l’ospedale Maggiore. All’improvviso c’è stato l’impatto e il rumeno è stato sbalzato dal lettino all’interno dell’ambulanza.
L’autista e il marocchino hanno detto di non essersi accorti di niente fino all’istante in cui è avvenuto lo scontro. Sul posto sono arrivati pochi minuti dopo i carabinieri del nucleo radiomobile. L’equipaggio ha messo in sicurezza l’incrocio mentre è arrivata un’altra unità del 118 che ha portato i feriti all’ospedale Maggiore.
I medici del pronto soccorso hanno stilato pochi giorni di prognosi per tutti i coinvolti nell’incidente: il marocchino, i tre paramedici e il paziente trasportato sull’ambulanza. Sono ancora in corso gli accertamenti per individuare le cause dell’incidente.

L´holding delle carte di credito

Meo Ponte

I codici intercettati spediti via mail per spese all´estero
Contestata l´associazione a delinquere
Il bottino supera i 14 milioni di euro, 3mila le card contraffatte
Nasce dal misterioso tentativo di uccidere il titolare di un´agenzia di viaggi l´articolata indagine dei carabinieri della Compagnia di Mirafiori culminata nella scoperta di una rete internazionale specializzata nella clonazione dei codici delle carte di credito. E´ infatti indagando sull´aggressione subita il 16 dicembre 2005 da Adriano Del Testa, titolare della Adri e Ame Viaggi di corso Maroncelli 32, accoltellato da tre slavi che gli investigatori hanno portato alla luce l´organizzazione capeggiata da Gheroghe Chimou ed Eugen Salop, entrambi romeni che, grazie a due abilissimi tecnici informatici, Catalin Ilie e Claudiu Lucas in grado di utilizzare al meglio sofisticati skimmer e altri lettori di bande magnetiche, è riuscita a violare migliaia di conti correnti in Italia e all´estero. L´inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Andrea Padalino che ha accorpato le indagini del pm Arnaldi di Balme (che il 9 marzo 2006 aveva ordinato l´arresto di Gheorghe Chimou e del complice italiano Cassarino Gallo) del pm Castellani (autore il 15 maggio 2006 della cattura di Giorgio Metastasio, un altro italiano membro della gang) e del pm Tibone (che il 13 giugno 2006 aveva incriminato Marian Valentin Subtirelu, un altro «clonatore»), si è conclusa per ora con 19 arresti con l´aggravante dell´associazione a delinquere, il sequestro di 3.600 codici clonati e di 300 carte di credito e bancomat che secondo una prima valutazione avrebbero potuto fruttare un bottino di altre 14 milioni di euro. Impossibile quantificare i soldi succhiati dai conti correnti dall´organizzazione che aveva la base logistica a Bacau, in Romania, ma contava su ramificazioni internazionali.
«Un gruppo con struttura piramidale - scrive il gip Dante Cibinel nella sua ordinanza di custodia cautelare - il cui vertice è ubicato in Romania, dedito in particolare all´installazione di apparecchiature atte a intercettare comunicazioni intercorrenti tra sistemi informatici, in particolare circuiti interbancari e alla realizzazione di cloni di carte di credito...». Il giudice poi entra nei dettagli: «La clonazione poteva avvenire in due modi: mediante contraffazione totale (ovvero oltre che nella banda magnetica anche nel supporto plastico) di una esistente carta di credito di cui il sodalizio era in possesso e mediante il cosidetto "skimming", cioè l´uso di una specifica apparecchiatura tecnica denominata skimmer che, posizionata all´interno delle apparecchiature POS degli esercizi commerciali o degli sportelli Atm, all´atto del pagamento da parte del cliente "catturava" e memorizzava il contenuto del supporto magnetico della carta di credito utilizzata e il successivo riversamento dei dati così memorizzati su una carta di credito di illecita provenienza...». Le intercettazioni telefoniche hanno permesso agli investigatori di scoprire che i codici intercettati venivano spediti via sms, per chat o via e-mail. Quelli presi in Italia erano utilizzati in paesi esteri e viceversa quelli clonati in Europa o in America erano poi usati nel nostro paese. Ed è lo stesso gip a delineare il profilo dell´organizzazione scrivendo: «Si riusciva a ricostruire la struttura del gruppo criminale composto nella sua compagine organizzativa dai seguenti cittadini romeni: Chimoiu Gheroghe e Salop Eugen, capi organizzatori del sodalizio, Lucas Claudiu e Ilie Catalin, partecipi al sodalizio in qualità di esperti informatici, Subtirelu Marian Valentin e Costantin Traian, addetti al reperimento in Italia e all´estero di codici cloni, incaricati anche del riversamento dei dati su badge da consegnare agli altri associati, Murgui Giani, Petcu Haralambe, Nita Florin Catalin e Popescu George Andrei, incaricati di effettuare prelievi o acquisti adoperando le carte clonate di volta in volta fornite dagli altri associati i cui ricavati venivano consegnati ai capi organizzatori, ottenendo in cambio un corrispettivo in denaro...». E degli italiani Cibinel dice: « Metastasio Giorgioe e Gallo Cassarino Alessandro, addetti essenzialmente al reperimento in Italia di codici cloni e al loro riversamento su supporti magnetici e anche al reperimento di esercenti di esercizi commerciali compiacenti al fine di installare le apparecchiature per la cattura dei codici nei suddetti esercizi dietro un corrispettivo....».

martedì 26 giugno 2007

Botte e sputi ai poliziotti

Ferrara 26 giugno

Arrestati due rumeni completamente ubriachi

Ci sono volute ben cinque ore di intervento per aver ragione dei due rumeni che ieri notte si sono resi protagonisti di una rissa con una pattuglia della polizia. Sono le 4 quando in centrale arriva la segnalazione di un’auto in panne, una Ford Mondeo, in via Copparo presso lo svincolo per Baura. La telefonata parla di due uomini fermi a lato della vettura. Chi chiama afferma di essersi fermato per aiutarli per poi defilarsi subito quando i due hanno incominciato a insultarsi e picchiarsi a vicenda.

Non appena arriva la volante della polizia uno dei due si getta nel canale che costeggia la strada, risale completamente bagnato e si scaglia contro un agente. Intervengono in aiuto anche i carabinieri, mentre anche il secondo attacca i poliziotti.

Sebastian Raducanu, 36 anni, e Robert Danci, 46, entrambi rumeni, sono completamente ubriachi e vengono caricati sulla volante e portati in questura. Anche durante il tragitto non è stato facile contenerli. Arrivati poi in corso Ercole d’Este uno dei rumeni ha continuato a scalciare, a sputare contro gli agenti e a sbattere la testa contro il vetro.

I poliziotti verranno medicati e giudicati guaribili in 5 giorni, mentre i rumeni sono stati denunciati per lesioni aggravate e resistenza a pubblico ufficiale. Il più giovane, che era agli arresti domiciliari in una comunità del ferrarese, dovrà rispondere anche di evasione, mentre l’altro per favoreggiamento. Entrambi si trovano ora agli arresti in carcere all’Arginone.