martedì 3 luglio 2007
Avellino: sassi dal cavalcavia, fermato un giovane marocchino
Fermato un trentaduenne di origine marocchina che ai carabinieri ha detto di "lanciare le pietre per gioco". Il giovane alla guida è riuscito ad evitare che l'auto, una Mercedes, uscisse fuori strada e a fermarsi sulla corsia di emergenza dove ha prestato soccorso alla fidanzata rimasta ferita al volto e alle gambe dalle schegge del parabrezza andato distrutto. Il giovane ha lanciato l'allarme e grazie all'intervento dei carabinieri della compagnia di Avellino, giunti sul posto con due pattuglie, è stato bloccato appunto un trentaduenne di origine marocchina pronto a lanciare altre tre grosse pietre dallo stesso cavalcavia.
Ragazze aggredite Arrestato tunisino
via irnerio Un tunisino di 23 anni è stato arrestato con l'accusa di aver molestato due ragazze e di avere tentato di rapinarle. È stata una guardia giurata a fare arrestare il nordafricano dalla polizia.
Tutto si è svolto sabato notte, intorno alle 2.40, tra via via Irnerio e piazza XX Settembre
Dalle parole ai fatti
Le due ragazze, di 20 e 18 anni, stavano passeggiando in compagnia di un amico. Il nordafricano le ha avvicinate, all'inizio hanno scambiato qualche chiacchiera, poi però lo straniero ha tentato un approccio vedendo respinto. A quel punto il ragazzo ha iniziato a seguire il gruppo di amici, facendosi sempre più insistente, fino a toccare le ragazze, palpeggiandole e pizzicandole. Le giovani hanno quindi reagito con forza e sono scappate. Arrivati in via Galliera il tunisino - M. M., originario di Sfax - si è fatto più aggressivo, e ha tentato di strappare lo zaino a una delle due giovani. Il gruppo ha reagito fisicamente all'aggressore, ancora tentando di allontanarsi.
L'arresto
Solo quando sono arrivati in piazza XX Settembre, però, c'è stato l'intervento risolutivo di una guardia giurata che ha bloccato l'uomo fino all'arrivo del 113. Ma il tunisino ha ingaggiato una colluttazione anche con i poliziotti. Alla fine lo straniero, che ha precedenti ed è gravato da un ordine di carcerazione, è stato arrestato con l'accusa di violenza sessuale, tentata rapina, resistenza a pubblico ufficiale e lesioni finalizzate alla resistenza.
Le due ragazze, entrambe residenti a Bologna, oltre alla paura hanno riportato diverse ecchimosi e contusioni nel corso dell'aggressione; la più grave guarirà in una settimana. Leggere ferite anche per uno degli agenti e l'arrestato, con prognosi rispettivamente di tre e di sette giorni. Ansa
Piacenza, 17enne massacra ragazza
Tragedia a sfondo sessuale a Piacenza. Un 17enne ha aggredito con un ferro da stiro, riducendola in fin di vita, una ragazza di 20 anni. Il giovane, suo vicino di casa, è penetrato nell'abitazione della ragazza e, forse respinto in un suo approccio, si è avventato sulla vittima di nazionalità albanese, massacrandola. Il minore è stato arrestato dalla polizia, sull'allarme dato dalla sua stessa madre.
Secondo la ricostruzione fatta dagli inquirenti, l'aggressore è entrato all'interno della camera della giovane passando da una finestra di casa sua ad una finestra dell'abitazione vicina usando come appoggio il tubo esterno del gas. Probabilmente attratto ma respinto dalla vittima, ha colpito ripetutamente alla testa la 20enne albanese con un ferro da stiro. Poi è ritornato nella sua abitazione con gli abiti insanguinati.
La mamma del ragazzo, spaventata alla vista del figlio in quelle condizioni, ha telefonato al 113. La polizia si è trovata davanti una scena raccapricciante, la ragazza albanese era stesa nella camera da letto in un lago di sangue: e' stata ricoverata all'ospedale di Piacenza in prognosi riservata. Il minorenne è stato arrestato con l'accusa di tentato omicidio.
Centinaia di auto per trasportare droga
Che il problema droga fosse, in Umbria, come un iceberg, con la parte maggiore immersa, l’avevamo supposto. Ma non credevamo che l’organizzazione che sta dietro ed alimenta e crea la tossicodipendenza potesse essere così estesa e dotata di mezzi. Una dotazione strumentale, così grande come quella accertata dalla Guardia di Finanza di Perugia, presuppone un grande mercato, una estesa quantità di utenti, centinaia, se non migliaia, di persone che “sanno” e che, purtroppo, tacciono. Un giro di affari di oltre un milione di euro è la stima attuale, sicuramente da aggiornare.
Sono state sequestrate infatti, dal Gruppo investigativo criminalità organizzata - sezione antidroga - del Nucleo polizia tributaria, 431 autovetture, utilizzate da una organizzazione di spacciatori, di media e grossa cilindrata, immatricolate a partire dal 2005.
Il quantitativo di droga (50 chilogrammi, soprattutto hascisc e marijuana): le persone arrestate (28) e quelle denunciate (altre 32), se messe in rapporto con le auto a disposizione, lasciano intendere che l’operazione della GdF, coordinata dal sostituto procuratore della repubblica presso il tribunale di Perugia, Antonella Duchini, non si fermerà qui. La droga, di tutti i tipi, sarebbe arrivata in Lombardia soprattutto dalla Spagna per essere poi smistata, attraverso corrieri e piccoli spacciatori, in Emilia Romagna e nelle altre regioni del Centro Italia (Toscana, Umbria e Lazio). L’autoparco di centinaia di vetture "pulite", era ubicato soprattutto in Lombardia, ed intestate a quattro degli arrestati, tre milanesi ed un nordafricano. Oltre alle 431 sequestrate gli inquirenti sono alla ricerca di circa altre 200 auto. Le indagini sono durate più di un anno e mezzo.
S. MARIA C.V.: ALBANESE TENTA SEQUESTRO 12enne IN PIENO CENTRO STORICO
TRIESTE, MORTE DONNA: ARRESTATI DUE RUMENI
ALCAMO: RAPINA A COLPI DI MAZZA DI FERRO, ARRESTATI 2 RUMENI
Carcare, albanesi in manette per rissa: convalidati gli arresti
Omissione soccorso, preso l’egiziano
motorino non è riuscito ad evitare il ragazzino,e per tutta risposta ha preferito scappare a gran velocità. Nulla di grave per il giovane boffalorese,che se la caverà con qualche lieve escoriazione. Ma i vigili boffaloresi guidati dal comandante Francesco Pianura si sono messi subito al lavoro ascoltando i testimoni. Hanno accertato che l'investitore
era un extracomunitario di origini egiziane, ed stato proprio grazie ad alcuni connazionali che la Polizia locale lo ha rintracciato. Nella serata di lunedì, infatti, il cerchio si è chiuso e A.K., classe 1973, domiciliato a Magenta e residente a Vigevano è stato denunciato a piede libero per omissione di soccorso.
Arrestato algerino ricercato per una condanna per tentato omicio
Nel primo pomeriggio di ieri, militari del Nucleo operativo e radiomobile di Prato hanno arrestato nei pressi di via Menabuoni un cittadino algerino di 25 anni, A.A., senza fissa dimora, pluriprediudicato, colpito da ordinanza di custodia cautelare in carcere.
L'uomo, nel settembre 2005, aveva commesso, mediante l'uso di una "mannaia", un tentato omicidio ai danni di un altro cittadino straniero, circostanza per la quale era stato già arrestato ed aveva scontato un periodo di detenzione poi commutato in obbligo di firma. La violazione reiterata di tale ultima più leggera misura cautelare ha indotto l'autorità competente, il Tribunale di Prato, ad emettere, il primo giugno, una nuova misura custodiale a carico dell'algerino, eseguita appunto ieri a seguito delle rintraccio dell'uomo che, al fine di eludere i militari, ha fornito, per l'ennesima volta un alias diverso. I rilievi foto-segnaletici e dattiloscopici eseguiti in tal senso, comunque, hanno consentito l'identificazione certa del colpevole, che è stato assicurato quindi alla Giustizia mediante accompagnamento al carcere "Le Dogaie" di Livorno.
20ENNE GRAVE DOPO RISSA CON ALBANESE
Un albanese di 17 anni, immigrato clandestino e senza fissa dimora, è stato arrestato dai carabinieri di Santa Margherita Ligure per la rissa di due notti fa a Rapallo in cui un ragazzo di 20 anni è rimasto gravemente ferito. Il giovane è accusato di tentato omicidio. I militari lo hanno fermato ieri sera a Rapallo: si era nascosto in un appartamento del centro città. Le condizioni del 20enne rapallese sono molto gravi. Attualmente è nel reparto di terapia intensiva.
giovedì 28 giugno 2007
Blitz antidroga, arrestato un albanese
Segrate, marocchini presi con 248 chili di hashish
I due arrestati, che abitano nella Bassa Bergamasce, erano su una Renault Megane con targa francese: all'interno avevano nascosto ben 248 chilogrammi di hashish.
Durante l'operazione altre due persone, probabilmente immigrati, sono invece riuscite a fuggire: l'auto con la quale sono scappati è stata trovata poco più tardi a Pioltello, sempre nel Milanese.
I marocchini finiti in manette, che hanno 26 e 37 anni e che erano già noti alle forze dell'ordine sempre per reati legati al traffico di droga, ora si trovano in carcere a disposizione della magistratura.
SPECIALISTA IN FURTI CON 9 FIGLI, DIFFERITA PENA A 23 ANNI
Le tre avevano con se’ schede telefoniche e ferri per forzare le porte, arnesi utilizzati in quattro furti in appartamento denunciati nelle ultime due settimane in citta’, per un bottino complessivo di circa 13.000 euro in denaro e preziosi.
Risultano due, invece, i colpi tentati e falliti. I testimoni hanno sempre riferito di aver notato sul posto due donne nomadi.
Le indagini accerteranno se le due croate bloccate ieri, entrambe residenti nel campo nomadi di Sassari, sono responsabili di questi sei episodi. Intanto, sono state denunciate a piede libero per tentato furto in concorso. La ragazzina e’ stata affidata alla nonna.(AGI)
TENTATO RAPIMENTO NEONATA: ZINGARE SPARITE E NUOVO PROCESSO
Improvvisamente fu stata accerchiata da tre nomadi, una alle spalle e le altre due sbucate da un cespuglio. La piu' 'anziana', Sineta Caldaranu, lancio' l'ordine alle complici, Copalea Sopirla e una dodicenne: ''Prendi bimbo, prendi bimbo''. La giovane mamma, vistasi accerchiata conscia del pericolo reagi' afferrando tra le braccia la figlioletta per poi sferrare un calcio negli stinchi alla nomade piu' vicina.
Infine spinse con forza il passeggino facendosi largo fra le due malviventi che le si erano parate davanti. Quindi aveva chiamato il 113. Alle 12.25 i poliziotti individuarono e bloccarono le zingare. Il Pm Luca Masini, ottenne dal Gip la convalida dell'arresto per tentato di sequestro di persona. Ma il giorno dopo al termine del processo per direttissima e il patteggiamento della pena per 'tentata sottrazione di minori, il Giudice dispose l'immediata scarcerazione. Da qui le polemiche con la scesa in campo anche della Lega Nord che organizzo una fiaccolata l'insegna dello slogan: 'Giu' le mani dai nostri bimbi'. Fu polemica anche con il Procuratore dei Minori, Giovanni Ingrasci' che ''sulla base della documentazione disponibile e su quanto affermato dalla mamma della neonata'' configuro' l'episodio come ''minacce ma non certo un tentativo di sequestro o di sottrazione di minore'' nel valutare la posizione della zingarella dodicenne che non fu neppure indagata perche' al di sotto dell'eta' minima prevista per la punibilita' di un minorenne. Nella prima udienza del nuovo processo, svoltasi il 14 febbraio scorso, l'avvocato difenfensore d'ufficio delle due nomadi, Flavio Natali, aveva chiesto che gli atti processuali compiuti nel febbraio di due anni fa, compresa la derubricazione del reato e relativo patteggiamento, mantenessero la loro validita' e fossero riesaminati dal nuovo Giudice, Manuela Rossi. E che lo stesso riempisse la 'lacuna' del difetto di motivazione rilevata dalla Suprema corte. Di parere diverso il Procuratore capo, Annamaria Delitala, che non si oppose al riesame del patteggiamento, dicendo pero' no alla derubricazione del reato da tentato sequestro di persona a tentata sottrazione di minore. (AGI)
Stupra l’ex fidanzata e la getta nel cassonetto: condannato un bosniaco
Ma la tragedia è proseguita. L’uomo si è disfatto della sua vittima, gettandola in un cassonetto della spazzatura, in via della Magliana. La donna, stordita per le botte e impaurita, ha iniziato a urlare e a disperarsi. Fortunatamente i suoi lamenti sono stati sentiti dai passanti che l’hanno soccorsa e condotta all’ospedale San Camillo.
I reati contestati a Osmanovic dal pm Staffa sono minacce, violenza sessuale aggravata, lesioni, maltrattamenti e sequestro di persona. Per queste accuse l’imputato bosniaco è stato condannato con rito abbreviato a quattro anni di reclusione dal giudice dell’udienza preliminare Donatella Pavone. Il gup ha anche disposto un risarcimento del danno di 50mila euro in favore della vittima costituitasi parte civile nel giudizio e assistita dall’avvocato Geraldine Pagano. La vicenda non è che il culmine di quattro anni di maltrattamenti, oggetto delle contestazioni per cui il bosniaco è imputato. Secondo l’accusa, Osmanovic avrebbe sistematicamente sottoposto l’ex compagna «a un regime di maltrattamenti, picchiandola, umiliandola, pretendendo da lei rapporti sessuali violenti e minacciandola di morte».
Arrestati due narcotrafficanti albanesi
A finire nella rete di poliziotti aprutini stavolta sono due cittadini albanesi, G.A. di 25 anni e X.S. di 24 anni, arrestati dalla Polizia di Stato nella flagranza di reato.
L'operazione antidroga è frutto di un'intensa attività investigativa avviata dagli uomini della caserma "Passamonti" della Questura di Teramo che si sono avvalsi anche dell'ausilio di intercettazioni telefoniche.
Non c'è scampo per i trafficanti di droga in provincia di Teramo, nonostante si tratti pur sempre della solita punta dell'iceberg: si stima, infatti, che l'ammontare di droga in circolazione superi pur sempre il 90% nonostante gli sforzi degli investigatori.
A conclusione di numerosi servizi di pedinamento e di osservazione protrattisi senza soluzione di continuità, sono state deferite alla locale Autorità Giudiziaria in totale 7 persone ritenute responsabili di un traffico di sostanze stupefacenti lungo la fascia costiera della provincia di Teramo.
L'attività informativa, gli appostamenti ed i preventivi pedinamenti delle persone sospettate di appartenere al gruppo, hanno consentito alla magistratura aprutina, su proposta della Questura di Teramo, di sottoporre diverse utenze ad intercettazione telefonica.
I cui esiti, opportunamente sviluppati e riscontrati, hanno portato gli inquirenti ad eseguire una perquisizione domiciliare nel corso della quale sono stati rinvenuti 678 grammi di cocaina, ed altro materiale d'interesse, nella disponibilità dei due cittadini albanesi arrestati nella flagranza di reato.
L'attività investigativa in corso è stata ulteriormente approfondita tanto da accertare responsabilità penali anche a carico di altre cinque persone, tutte tra 22 e 33 anni, coinvolte nel traffico di stupefacenti, tutte di nazionalità albanese, che sono state denunciate per concorso nella detenzione a fine di spaccio di sostanze stupefacenti. I due arrestati sono stati tradotti presso la locale Casa Circondariale di Teramo.
Due chili di eroina nel bagagliaio, tre arresti a Pisa
Bastarde pregne...
PALERMO: FURTI IN APPARTAMENTO, IN MANETTE 2 GIOVANI ROM INCINTE | |
PALERMO (ITALPRESS) - Due ragazze rom, in stato di gravidanza, sono state arrestate dai carabinieri per furto in appartamento. Sono state bloccate, mentre si allontanavano da un'abitazione di via Tommaso Natale, a Palermo. Insieme a loro c'era una 12enne, che e' stata affidata ad una casa famiglia. Le due giovani, Nicolik Musema e Jovanovic Sangrepa, residenti nel campo nomadi di via del Fante, nel capoluogo siciliano, si erano introdotte in un appartamento, pensando che non vi fosse nessuno all'interno. Dopo avere suonato piu' volte al campanello, senza avere ricevuto risposta, hanno forzato la porta di ingresso. Invece, in casa c'era la figlia dei proprietari che si stava asciugando i capelli e non ha sentito nulla. Le due ladre, non appena si sono accorte della giovane, hanno tentato di fuggire, ma sono state bloccate dai genitori della ragazza che stavano rientrando a casa. Nel frattempo, informati da alcuni vicini, sono giunti sul posto i carabinieri che hanno arrestato le due nomadi, trovate in possesso di un telefono cellulare, 100 euro in contanti e circa 1200 euro di buoni benzina. |
Emergenza Rumeni a Pescara: degrado, delinquenza e disagio sociale
Per loro rimanere nel bel paese è una priorità, sebbene non abbiano un lavoro stabili o condizioni accettabili per sopravvivere.
E quindi anche i pescaresi si organizzano e sale i livello di agitazione verso gli stranieri che assediano ogni terreno abbandonato o ruderi fatiscenti e costruiscono accampamenti o riattano baracche per viverci.
Sono moltissimi gli insediamenti che accolgono donne e bambini e che fanno da supporto ai capi famiglia che in mancanza di altro non fanno che alimentare il mercato della malavita fatto di furti, accattonaggio e molestie varie.
Così vere e proprie ronde di cittadini sono state messe in atto in via del Circuito e nei pressi dell’ex consorzio agrario, ma anche in via Aterno dove i pescaresi di notte vegliavano sui loro terreni per evitare che i rumeni tornassero a ristabilirsi lì.
E solo l’arrivo delle volanti, coordinate da Pierfrancesco Muriana, ha evitato il peggio proprio mentre uno dei rumeni, con un bastone, ha tentato di scagliarsi contro i residenti che riteneva responsabili per lo sgombero di poche ore prima da parte della polizia.
E’ diventato sempre più frequente l’intervento delle forze dell’ordine nell’individuare ed eliminare tutte quelle situazioni giudicate favorevoli all’accampamento.
«Dal canto nostro intensificheremo controlli e cercheremo di prevenire situazioni di rischio», hanno detto Di Domenico della polizia e Grippo, comandante dei vigili urbani, «fino ad ora sono stati 21 gli sgomberi coatti e gli abbattimenti di strutture per un totale di 250 persone allontanate. Dall’inizio dell’anno il sindaco D’Alfonso ha emesso 35 ordinanze di sgombero su terreni del territorio comunale».
E sono molte le aree prese di mira dalle baraccopoli. Non è sfuggita nemmeno l’area dell’ex Fea che sarebbe diventata una nuova “fonderia Camplone”, la struttura per eccellenza che accoglieva in maniera precaria gli extracomunitari fino a pochi mesi fa quando le strutture fatiscenti sono state rase al suolo.
Al fenomeno che rischia di diventare di ordine pubblico, oltre che sociale, polizia e vigili urbani hanno promesso una intensa azione di prevenzione.
Ieri l’ultimo arresto di un rumeno per aver rubato una bicicletta.
Bologna: la Polizia arresta due nomadi per furto
Una commerciante ha però assistito alla scena e ha allertato una volante del 113 che passava di lì. I poliziotti hanno individuato e bloccato i 3 ladri che fuggivano in direzione della stazione ferroviaria.
Il 15enne alla loro vista ha gettato il portafoglio in un cestino dell'immondizia, poi recuperato e restituito alla derubata. Il minore è stato denunciato per furto aggravato in concorso, mentre le sue due complici sono state arrestate per lo stesso reato.
Presi i pendolari dei furti...
Pendolari dei furti, in auto o in treno raggiungevano nottetempo gli obiettivi con un raggio di azione comprendente varie regioni del centro e del nord Italia. Per far scattare il piano era sufficiente una telefonata di segnalazione. Agiva così un gruppo di cittadini stranieri, per lo più di albanesi, sgominati dai carabinieri del Comando provinciale di Cuneo al termine dell’operazione “Game over”. Cinquanta i furti eseguiti nel 2006, di cui una ventina nel capoluogo provinciale e dintorni: nel mirino soprattutto bar ed esercizi pubblici con particolare interesse per le apparecchiature videogame e videopoker.
Conversazioni telefoniche e trasferte anche di centinaia di chilometri erano attentamente monitorate dai carabinieri durante le indagini partite a gennaio e coordinate dalla Procura della Repubblica. Principali indiziati alcuni albanesi gravitanti tra i comuni di Cuneo, Borgo San Dalmazzo e Boves. Colpivano in Liguria, Toscana, Veneto, Piemonte senza disdegnare però anche l’ambito locale. Sarebbero in particolare responsabili di furti a Peveragno, Cervere, Sale (Al), Castelfiorentino, Piazzola sul Brenta, Sestri Levante, Carasco. La refurtiva oscillava, di volta in volta, tre i 250 e i 4300 euro.
A Cervere in particolare uno degli episodi: in data 6 maggio, portato a termine il colpo, due esponenti della banda hanno mancato l'appuntamento con il complice che li attendeva in auto. Giovane e da poco in Italia, l’autista improvvisato aveva infatti perso l’orientamento, finendo in panne sull'autostrada. La sua disavventura si è conclusa in ospedale dove ha ricevuto le prime cure per le lesioni procuratesi nel tentativo di cambiare un pneumatico danneggiato. Questo e i frequenti soggiorni in alberghi al termine dei furti hanno agevolato l’identificazione dei vari soggetti gravitanti attorno alla banda.
Il 23 maggio in 4 sono così stati rintracciati a Boves, Dronero,
Altri 5, tutti albanesi e rumeni, sono inoltre stati denunciati in stato di libertà: erano responsabili di concorso occasionale in alcuni degli episodi.
“L’operazione – spiega il comandante del reparto operativo, tenente colonnello Mario Simeoni (nella foto)– rappresenta una risposta concreta e immediata alla sempre più pressante richiesta di sicurezza avanzata dalla comunità locale. Gli arresti hanno infatti consentito di porre un freno ad uno dei gruppi criminali di matrice straniera senza dubbio maggiormente attivi, nel contesto territoriale”.
Proprio la sicurezza urbana ha acquisito in questi ultimi anni un’importanza notevole nell’agenda politica nazionale, ma soprattutto è cresciuto l’impegno degli enti locali. Sindaci e presidenti delle province sono sempre più coinvolti in comitati di ordine pubblico. E le stesse regioni hanno sviluppato legislazioni in tema di polizia locale.
Occorre però fermarsi a riflettere sull’evoluzione imboccata, sulla necessità di politiche organiche anche a lungo termine sia per le grandi metropoli che per i piccoli centri, sul bisogno di una stretta collaborazione, non priva di criticità, tra autonomie locali e istituzioni statali. Ed è questo lo scopo del convegno che si terrà il 1° giugno
Mitico...
Scontro fra auto e ambulanza. Sul mezzo di soccorso era trasportato un rumeno. Feriti i due conducenti, i paramedici e il trasportato |
di Roberto Bettinelli |
Crema - Scontro fra auto e ambulanza ieri sera alle 23.30 al semaforo di via del Macello. La Fiat Brava condotta da E.A.M., 31 anni marocchino, proveniva da via Visconti quando si è scontrata in mezzo all’incrocio semaforico contro l’autoambulanza che giungeva dalla Paullese. Lo schianto è stato terribile, con l’auto che ha centrato la fiancata dell’ambulanza. A bordo del mezzo di soccorso c’erano tre paramedici del 118 e un paziente di nazionalità rumena. L’unità del 118 aveva appena effettuato l’intervento di soccorso e si stava dirigendo verso l’ospedale Maggiore. All’improvviso c’è stato l’impatto e il rumeno è stato sbalzato dal lettino all’interno dell’ambulanza. L’autista e il marocchino hanno detto di non essersi accorti di niente fino all’istante in cui è avvenuto lo scontro. Sul posto sono arrivati pochi minuti dopo i carabinieri del nucleo radiomobile. L’equipaggio ha messo in sicurezza l’incrocio mentre è arrivata un’altra unità del 118 che ha portato i feriti all’ospedale Maggiore. I medici del pronto soccorso hanno stilato pochi giorni di prognosi per tutti i coinvolti nell’incidente: il marocchino, i tre paramedici e il paziente trasportato sull’ambulanza. Sono ancora in corso gli accertamenti per individuare le cause dell’incidente. |
L´holding delle carte di credito
I codici intercettati spediti via mail per spese all´estero
Contestata l´associazione a delinquere
Il bottino supera i 14 milioni di euro, 3mila le card contraffatte
«Un gruppo con struttura piramidale - scrive il gip Dante Cibinel nella sua ordinanza di custodia cautelare - il cui vertice è ubicato in Romania, dedito in particolare all´installazione di apparecchiature atte a intercettare comunicazioni intercorrenti tra sistemi informatici, in particolare circuiti interbancari e alla realizzazione di cloni di carte di credito...». Il giudice poi entra nei dettagli: «La clonazione poteva avvenire in due modi: mediante contraffazione totale (ovvero oltre che nella banda magnetica anche nel supporto plastico) di una esistente carta di credito di cui il sodalizio era in possesso e mediante il cosidetto "skimming", cioè l´uso di una specifica apparecchiatura tecnica denominata skimmer che, posizionata all´interno delle apparecchiature POS degli esercizi commerciali o degli sportelli Atm, all´atto del pagamento da parte del cliente "catturava" e memorizzava il contenuto del supporto magnetico della carta di credito utilizzata e il successivo riversamento dei dati così memorizzati su una carta di credito di illecita provenienza...». Le intercettazioni telefoniche hanno permesso agli investigatori di scoprire che i codici intercettati venivano spediti via sms, per chat o via e-mail. Quelli presi in Italia erano utilizzati in paesi esteri e viceversa quelli clonati in Europa o in America erano poi usati nel nostro paese. Ed è lo stesso gip a delineare il profilo dell´organizzazione scrivendo: «Si riusciva a ricostruire la struttura del gruppo criminale composto nella sua compagine organizzativa dai seguenti cittadini romeni: Chimoiu Gheroghe e Salop Eugen, capi organizzatori del sodalizio, Lucas Claudiu e Ilie Catalin, partecipi al sodalizio in qualità di esperti informatici, Subtirelu Marian Valentin e Costantin Traian, addetti al reperimento in Italia e all´estero di codici cloni, incaricati anche del riversamento dei dati su badge da consegnare agli altri associati, Murgui Giani, Petcu Haralambe, Nita Florin Catalin e Popescu George Andrei, incaricati di effettuare prelievi o acquisti adoperando le carte clonate di volta in volta fornite dagli altri associati i cui ricavati venivano consegnati ai capi organizzatori, ottenendo in cambio un corrispettivo in denaro...». E degli italiani Cibinel dice: « Metastasio Giorgioe e Gallo Cassarino Alessandro, addetti essenzialmente al reperimento in Italia di codici cloni e al loro riversamento su supporti magnetici e anche al reperimento di esercenti di esercizi commerciali compiacenti al fine di installare le apparecchiature per la cattura dei codici nei suddetti esercizi dietro un corrispettivo....».
martedì 26 giugno 2007
Botte e sputi ai poliziotti
Arrestati due rumeni completamente ubriachi
Ci sono volute ben cinque ore di intervento per aver ragione dei due rumeni che ieri notte si sono resi protagonisti di una rissa con una pattuglia della polizia. Sono le 4 quando in centrale arriva la segnalazione di un’auto in panne, una Ford Mondeo, in via Copparo presso lo svincolo per Baura. La telefonata parla di due uomini fermi a lato della vettura. Chi chiama afferma di essersi fermato per aiutarli per poi defilarsi subito quando i due hanno incominciato a insultarsi e picchiarsi a vicenda.
Non appena arriva la volante della polizia uno dei due si getta nel canale che costeggia la strada, risale completamente bagnato e si scaglia contro un agente. Intervengono in aiuto anche i carabinieri, mentre anche il secondo attacca i poliziotti.
Sebastian Raducanu, 36 anni, e Robert Danci, 46, entrambi rumeni, sono completamente ubriachi e vengono caricati sulla volante e portati in questura. Anche durante il tragitto non è stato facile contenerli. Arrivati poi in corso Ercole d’Este uno dei rumeni ha continuato a scalciare, a sputare contro gli agenti e a sbattere la testa contro il vetro.
I poliziotti verranno medicati e giudicati guaribili in 5 giorni, mentre i rumeni sono stati denunciati per lesioni aggravate e resistenza a pubblico ufficiale. Il più giovane, che era agli arresti domiciliari in una comunità del ferrarese, dovrà rispondere anche di evasione, mentre l’altro per favoreggiamento. Entrambi si trovano ora agli arresti in carcere all’Arginone.
sabato 23 giugno 2007
Basta bulgari e rumeni...
Un mito ahah
Del resto non è un buon momento per i monumenti di questo francobollo capitolino. Esattamente un mese fa, infatti, ad essere stata presa di mira da parte di quattro extracomunitari ubriachi era stata proprio la fontana monumentale della Barcaccia del Bernini, «ferita» con un cacciavite. L’impresa del colombiano, invece, aveva già tre precedenti. Nel 1963 il maresciallo Spatafora a bordo della Ferrari della polizia, aveva sceso la scalinata in auto per inseguire un rapinatore. Nel 1993, invece, era stata percorsa da un nomade che aveva rubato una Mercedes ed era inseguito dai carabinieri. Dieci anni più tardi un romano aveva imboccato per errore Trinità dei Monti alla guida di una Bmw, ma si era fermato sulla prima terrazza.
giovedì 14 giugno 2007
Udine: picchiata dal padre per rifiuto nozze
Una ragazza indiana di 16 anni è stata massacrata di botte dal papà perchè aveva rifiutato il matrimonio combinato
UDINE - Ancora un caso di contrasti e violenze in una famiglia immigrata per un caso di nozze combinate, dopo la tragica vicenda di Hina, la ragazza pakistana uccisa nel bresciano dal padre lo zio materno e due cognati perchè non voleva cedere a un matrimonio deciso dalla famiglia.
LA STORIA - Questa volta la vittima è una ragazza di 16 anni di origine indiana che è stata picchiata dal padre perchè rifiutava la prospettiva di un matrimonio già combinato nel Paese d'origine, e per essersi trovata un fidanzatino. La ragazza è ora stata affidata a una comunità protetta del capoluogo friulano. La vicenda risale all'inizio del mese di giugno, quando la sedicenne si è presentata in classe con numerosi lividi sul corpo. Interrogata da uno dei docenti sul perchè di quei segni, la giovane ha rivelato che il padre l'aveva percossa con un bastone perchè lei si era rifiutata di sottostare all'usanza di nozze «combinate» con un ragazzo del Paese di origine. Le indagini sono state svolte dalla squadra mobile della questura di Udine, che ha sentito la ragazza e i suoi genitori, i quali hanno affermato che il diverbio sarebbe invece dovuto alla scoperta di un rapporto tra la figlia e un ragazzo, anch'egli immigrato. Secondo gli investigatori, da queste ammissioni non emergerebbero tuttavia elementi contrastanti, in quanto il rifiuto del legame stretto dalla sedicenne in Italia sarebbe in contrasto con la decisione delle nozze combinate. Per questi motivi, il padre della giovane è stato denunciato per l'ipotesi di reato di maltrattamenti in famiglia, e la ragazza ricoverata in una struttura dei servizi sociali.
14 giugno 2007
Violenza e lesioni, arrestato marocchino colpito da mandato internazionale
RAVENNA - Violenza e lesioni, arrestato marocchino colpito da mandato internazionale
RAVENNA – Gli agenti della Squadra Mobile di Ravenna hanno tratto in arresto, per reati di violenza e gravi lesioni personali nei confronti della moglie, un 40enne di nazionalità marocchina. Si tratta di Benagoud Nourre El Fath sul quale pendeva un mandato d’arresto in seguito ad una sentenza emessa in Germania il 18 maggio del 1998 che lo condannò a 2 anni 4 mesi di reclusione. Giunto in Italia ha messo su un negozio di frutta e verdura nel centro di Ravenna.
In base alle indagini dell’Interpol, gli agenti della Polizia sono intervenuti nell’abitazione del marocchino in via Tivoli per arrestarlo. Ora si trova nel carcere di Port’Aurea in attesa di esser estradato.
Sassuolo: El Idrissi è evaso dal Consolato del Marocco
El Idrissi era stato accompagnato al Consolato del Marocco, per legge infatti prima di essere rimpatriati devono esservi accompagnati per permettere al console di identificare lo straniero e accertare che sia cittadino di quel paese.
Ieri due poliziotti hanno prelevato El Idrissi dal Cpt di Modena accompagnandolo a Bologna presso il consolato marocchino, al momento del riconoscimento El Idrissi ha chiesto di poter bere un bicchier d’acqua, e mentre uno dei poliziotti la versava ha spintonato gli agenti per darsi alla fuga. E’ quindi iniziata una colluttazione nella quale El Idrissi ha avuto la meglio fuggendo in strada. Gli agenti sono subito saliti in auto per seguirlo ma la Fiat Marea che stavano utilizzando si è bloccata in panne.
El Idrissi è quindi riuscito a fuggire ma a Bologna è in corso la caccia all’uomo, difficile comunque che possa essere imbarcato sul volo di venerdì mattina per il Marocco per cui era già stato acquistato il biglietto.
(Data e ora pubblicazione: 13-06-2007 ~ 09:30)
Che donne ingenue
Lui la violenta
Fermato L'ha pedinata e molestata per un mese perché non accettava la fine della loro storia. Un marocchino di 31 anni è stato arrestato dopo la denuncia della sua ex, un'interprete di 45 anni.
Lei aveva deciso di mettere un punto a quella relazione dopo aver scoperto che lui non aveva il permesso di soggiorno. Lui, però, non lo ha accettato e per vendicarsi l'ha violentata.
Minacce e coltello
La vicenda è successa a Bari, dove i carabinieri hanno fermato l'aggressore, Hafid Mustapha, un marocchino di 31 anni, per violenza sessuale e sequestro di persona. Nella notte fra mercoledì e giovedì scorsi l'uomo è andato a casa della donna, un'interprete di 45 anni, sotto la minaccia di un coltello si è fatto aprire la porta e una volta dentro l'ha violentata per tutta la notte. La mattina dopo la donna lo ha denunciato ai carabinieri, ma l'uomo si è reso irreperibile. Quando lui è tornato a trovarla domenica sera, la vittima ha avvertito i carabinieri che lo hanno arrestato.
La relazione
I due si erano conosciuti su un autobus sei mesi fa e dall'incontro era nata una storia d'amore. La donna, però, si è presto accorta dei troppi misteri del suo compagno, scoprendo così che l'uomo non aveva una casa, né un lavoro e che soggiornava clandestinamente in Italia. Da qui la decisione, presa un mese fa, di lasciarlo. Ma lui non si è rassegnato, pedinandola e molestandola. Fino a violentarla.
Albanese sorpreso con 600 grammi di eroina
Il ventenne Bruno A. è stato fermato in via Ischia, a Grottammare, nella tarda serata di lunedì 11 giugno. Aveva nascosto la droga nel paraurti della sua auto
GROTTAMMARE - "Beccato" con 600 grammi di eroina nascosti nel paraurti dell'auto. E' finito nei guai un 20enne albanese, Bruno A., trovato in possesso dell'ingente quantitativo di droga. La Polizia di San Benedetto lo ha fermato per un controllo nella tarda serata di lunedì 11 giugno in via Ischia, a Grottammare, mentre era alla guida di una vettura di grossa cilindrata.
Alla vista degli agenti il giovane ha mostrato segni evidenti di nervosismo e ha tentato di fuggire ma gli uomini della Volante sono prontamente riusciti ad immoblizzarlo. L'accurata perquisizione ha portato alla scoperta dei 600 grammi di eroina, occultati nel paraurti posteriore dell'auto, all'interno di una bustina di plastica.
L'operazione si è conclusa con l'arresto del 20enne albanese per l'accusa di detenzione a fini di spaccio di sostanza stupefacente, e con il sequestro dell'auto utilizzata per trasportare la droga.
Rapine nella ville: arrestato pregiudicato 29enne
Savona: aggredita sul treno,fermati albanese e nigeriano
alla ragazza francese che pare viaggiasse da sola. Non è ancora stato chiarito, tuttavia, se il movente sia stata una rapina, o
se a far scattare la violenza ai danni della giovane sia stata una improvvisa lite scoppiata sul treno in corsa.
La famiglia delle truffe
La famiglia delle truffe
Una donna e suo figlio, Loredana e Antonio Cena (residenti a Davagna, sulle alture di Genova), sono stati arrestati ieri a Milano, pochi minuti prima che riuscissero a truffare un’anziana signora.
La donna, 41 anni, s’era introdotta nella casa della vittima (86 anni), presentandosi come medico della Asl e dichiarando di essere incaricata di compiere una fantomatica disinfestazione; nel frattempo, il figlio (23 anni) l’aspettava in strada.
La Polizia ha eseguito l’arresto mentre la Cena era ancora nell’appartamento e i due sono stati arrestati, soprattutto perché trovati in possesso di un falso tesserino dei Carabinieri.
I Cena, nomadi di etnia Sinti (originari dell’Europa orientale), sono tristemente famosi fra le forze dell’ordine: nel 2002, la Polizia individuò a Milano una banda composta da membri del clan Cena e di altri complici, cui venivano attribuite una quarantina di truffe.
Nel luglio dello stesso anno, in un’altra operazione, questa volta a Genova, erano stati arrestati Speranza Cena, 66 anni, capofamiglia, e la figlia Lucia (37), mentre due ordinanze di custodia cautelare erano state emesse per altri due figli: Anna (31) e Giovanni (35) e un nipote, Vittorio (22); all’epoca, gli investigatori sequestrarono 15 kg di gioielli e conti correnti con milioni di euro.
Più di recente, nel 2005, in un campo nomadi di Roma sono stati arrestati per associazione a delinquere finalizzata alla truffa anche Vittorio Cena (45 anni) ed Enrico e Paola Cena (43 e 22 anni).
L’esponente di spicco della famiglia è Irma Cena, 35 anni, di Nichelino (Torino), vera e propria trasformista capace di cambiare i suoi connotati più volte al giorno e di mettere a segno truffe e raggiri a ripetizione in una sola giornata; la Polizia ha spiegato che tutti i membri del clan hanno lo stesso cognome perché i figli, nella tradizione Sinti, acquisiscono il nome della madre.
Presi i predoni dei tir cinesi
Pagoda - Questo il nome dell'operazione con la quale la polizia stradale ha sgominato una banda di italiani, marocchini e nomadi che rapinava tir carichi di capi di abbigliamento cinese. Venti arresti e sei denunce.
Tredici colpi nell'arco di pochi mesi tra Tiburtina e Casilina. Comune denominatore gli obiettivi: tir provenienti o diretti verso l'est europeo carichi di jeans, magliette, pigiami di fabbricazione cinese. Arrestate 20 persone, denunciate altre sei, recuperati 800mila pezzi rapinati. La merce rubata veniva rivenduta a grossisti di Roma, Salerno e ad ambulanti. Gli agendi della squadra di polizia giudiziaria del compartimento del Lazio della polizia stradale hanno stretto le manette ai componenti il gruppo a cui è stata contestata l'associazione a delinquere a scopo di sequestro di persona, rapina e ricettazione. Secondo gli investigatori al vertice del gruppo c'erano quattro pregiudicati, vicini di casa tra loro: padre e figlio italiani e due marocchini. La manovalanza invece era costituita da nomadi rom del campo atttrezzato di via di Salone e dell'insediamento abusivo di Ponte Mammolo. I rapinatori adocchiavano i tir diretti ai magazzini cinesi che si trovano nei pressi del raccordo vicino Tiburtina, Prenestina e Casilina. Una volta accertato che erano carichi, sequestravano l'autista e lo picchiavano. Altri malviventi prendevano il camion e stoccavano la merce in tre capannoni scoperti dalla polstrada a Tivoli, prenestino e al casilino. Poi abbandonavano i tir, mentre i complici rilasciavano i camionisti. In due casi, durante la fuga, i rapinatori hanno anche procurato incidenti.
mercoledì 13 giugno 2007
Bolognina al setaccio: 3 arresti e 8 denunce per stupefacenti
BOLOGNA - Nel contesto delle attività di controllo disposte dal Comando Provinciale dell’Arma nelle zone metropolitane più sensibili, i Carabinieri della Compagnia Bologna Centro, coadiuvati dai militari del Nucleo Ispettorato del Lavoro, hanno setacciato il quartiere della Bolognina, dove sono state eseguite verifiche a diversi esercizi commerciali in via Gobetti, via di Corticella e via Barbieri. Un bar e’ stato sottoposto a sanzioni amministrative per violazioni sul mancato aggiornamento del registro delle presenze dei dipendenti.
Nella rete stesa dai Carabinieri sono rimasti anche F. N., 40enne senegalese, e A. H., 22enne tunisino, entrambi clandestini, i quali, al momento dell’identificazione, hanno tentato di eludere la verifica fornendo l’ennesimo nome falso. Attraverso l’analisi delle impronte digitali è stato possibile risalire ai vari precedenti e trarli in arresto per violazioni inerenti la legge sull’immigrazione.
B. S. 26enne algerino clandestino e senza fissa dimora, e’ stato invece colto in flagranza nell’illecita attività di spaccio di tre dosi di stupefacente a S. U., 37enne palermitano residente a S. Felice sul Panaro, che e’ stato segnalato al Prefetto quale assuntore di sostanze stupefacenti. La successiva perquisizione ha permesso di recuperare 425 € in possesso dell’algerino, sequestrati poiché ritenuti provento dell’attività di spaccio.
Altri otto cittadini stranieri extracomunitari (due algerini, due marocchini, due tunisini e due senegalesi), tutti privi di documenti e dei titoli necessari a permanere sul territorio dello Stato, sono stati denunciati a piede libero, per violazioni varie inerenti la medesima normativa sugli stranieri.
Gli arrestati sono poi stati tradotti nelle camere di sicurezza delle Stazioni di Bologna e Zola Predosa in attesa della celebrazione del rito direttissimo.
Latina. Algerino in manette
In fuga dopo aver rubato auto, arrestati tre rumeni dai Carabinieri
RAVENNA - In fuga dopo aver rubato auto, arrestati tre rumeni dai Carabinieri
RAVENNA – Avevano da poco rubato una Ford Escort, ma sono stati intercettati da una pattuglia dei Carabinieri della Compagnia di Ravenna dopo un breve inseguimento in via Ravegnana, all'altezza dell'intersezione con via Galilei. Nei guai sono finiti tre cittadini di nazionalità rumena con l'accusa di resistenza a pubblico ufficiale e furto aggravato in concorso.
Si tratta del 21enne P.C., del 32enne N.A., e del 36enne O.I.. Questi, dopo aver passato la nottata in una cella di sicurezza, sono stati condannati martedì pomeriggio per direttissima e trasferiti al carcere di Ravenna.
L'auto, invece, è stata riconsegnata al legittimo titolare.
Pronti a delinquere
Bergamo - La provincia al terzo posto per numero di immigrati
92.400 immigrati nel territorio provinciale. Gli irregolari sono passati da 14 a 15 persone su 100
Bergamo si conferma al terzo posto in Lombardia con 92.400 stranieri sul suo territorio provinciale, pari al 10,7% del totale regionale. Rispetto al 2005, sono aumentati gli albanesi e gli indiani. Gli irregolari sono passati da 14 a 15 persone su 100, con il picco di incidenza dei boliviani che contano 31 irregolari su 100. Le prime nazionalità restano Marocco, Albania, Senegal, Romania e India, ma i collettivi di passaporto che sono aumentati di oltre 20 punti percentuali nell'ultimo anno sono Bolivia, Ecuador e Cina.
Incontro hard con foto, arrestati tre rumeni
Droga, arrestati due nomadi
Nella loro baracca, in zona Tor Sapienza, sono stati rinvenuti 43 involucri di sostanze stupefacenti
Roma, 12 giugno 2007 - Nella loro baracca c'erano 43 involucri di droga, per un totale di circa 30 grammi tra cocaina ed eroina, oltre a denaro, diversi cellulari e preziosi, come oro e pietre, di cui si sta accertando la provenienza. Due nomadi (lui di 44 anni, lei di 53 anni) originari della ex Jugoslavia e residenti nel campo di via della Martora, nella zona di Tor Sapienza, sono stati arrestati con l'accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti dagli agenti del commissariato Prenestino.
La polizia è risalita alla coppia in seguito ad un accertamento fatto nell'auto, un'Opel, nella quale è stato trovato uno zaino contenente eroina e cocaina per un peso di poco meno di un chilogrammo. Ieri sera gli agenti del commissariato Prenestino hanno fermato l'autovettura all'incrocio tra via Giorgio Perlasca e via Palmiro Togliatti, al Collatino, guidata da un cittadino di origine magrebina fuggito a piedi dopo l'alt della polizia facendo perdere le proprie tracce.
Fatta la perquisizione a bordo dell'auto è stato trovato lo stupefacente e un documento riconducibile all'intestatario della vettura, un romano di 35 anni, che, contattato, ha raccontato che in cambio di qualche dose da parte del magrebino si era intestato la macchina. Il romano, inoltre, ha detto che la merce la acquistava dai due nomadi nel campo di Tor Sapienza.
Al fresco i raccoglitori di angurie
I cinque stranieri, quattro tunisini ed un marocchino, sono stati condotti per alcuni controlli in commissariato, eseguiti insieme a personale dell’ufficio immigrazione della questura, anche con l’ausilio del sistema digitale di rilevazione delle impronte “Afis” e che hanno permesso di rivelare la reale identità dei fermati. I guai più seri per due di loro: Ben Mefth Haibibe, alias Benemefth Karim (tunisino, 25 anni) e Ben Belgamen Hosni Chaaben, alias Hosni Chaabane Ben Belgamen (34 enni, anch’egli tunisino): il primo aveva ricevuto provvedimento d’espulsione a Taranto, il secondo a Foggia. Ed essendo inottemperanti, per loro sono scattate le manette: sono stati condotti presso la casa circondariale di Lecce a disposizione dell’autorità giudiziaria.
Denunce sono invece scattate per M.B.A.B., 45enne e F.A., 35enne: anche loro tunisini, in passato avevano ricevuto decreto d’espulsione del questore disatteso e per questo all’epoca arrestati; in base alla recenti valutazioni della Corte di cassazione, ora sono stati deferiti per aver commesso lo stesso reato. Il quinto fermato, un marocchino, ha ricevuto decreto d’espulsione dall’Italia, in quanto privo di documenti. Ma ora bisognerà vedere se sarà rispettato o se entrerà anch’egli in quella che si può definire una catena infinita di arresti e denunce, in un intricato meccanismo che obbliga le forze dell’ordine a ripetere più volte questo tipo di verifiche. Nei prossimi giorni, dunque, ulteriori controlli saranno effettuati proprio per prevenire la presenza di cittadini irregolari che possano essere avviati alle attività più disparate.
martedì 12 giugno 2007
Arrestato l'ultimo dei ninja
Arco frecce e calzamaglia nera per rubare nelle abitazioni
Calzamaglia nera, arco, frecce, faretra sulla spalla, bandana nera in testa e coltello legato alla gamba. Si vestiva da guerriero ninja per rapinare le sue vittime. L’estroso ladro, Igor Vaclavic, un immigrato russo irregolare e senza fissa dimora di 31 anni, è stato arrestato dai carabinieri di Rovigo. Il ladro ninja aveva seminato il panico nelle campagne del Rodigino e del Ferrarese mettendo a segno una serie di furti che aveva come vittime privilegiate gli agricoltori della zona. Non tanto forse per i bottini, quanto per l’abbigliamento certo inusuale con il quale si presentava nelle case dei malcapitati.
Aspettava il calare del sole, faceva irruzione nelle abitazioni, tirava fuori l’arco, puntava la freccia e teneva sotto tiro i suoi bersagli finché non si decidevano a consegnargli tutti i soldi.
Questo Ronin Hood all’incontrario aveva già colpito cinque volte, racimolando un bottino di qualche migliaio di euro. L’ultimo colpo, alcuni giorni fa, l’ha visto entrare in un casale a Polesella, in provincia di Rovigo. Questa volta però l’inattesa reazione dei contadini e un colpo di fucile esploso in aria dal proprietario dell’abitazione, l’aveva messo in fuga e, grazie alla segnalazione, i carabinieri hanno pattugliato la zona fino a trovarlo, nascosto con la sua calzamaglia nera in un casolare abbandonato. Ora il russo si trova in carcere a Rovigo, con l’accusa di rapina aggravata continuata, ed è a disposizione dell’autorità giudiziaria e, probabilmente, di un buon psichiatra.
Milano, svaligiata casa Galliani
Milano, svaligiata casa Galliani
hanno portato via la cassaforte
Rubati gioelli e beni per decine di migliaia di euro
MILANO - I soliti ignoti nell'appartamento del vicepresidente del Milan, Adriano Galliani, in via Bigli, in pieno centro a Milano. Gli ignoti hanno scardinato la cassaforte contenente gioielli da una parete, portandola via. Galliani ha presentato denuncia, mancherebbero oggetti e valori per decine di migliaia di euro. Il dirigente calcistico ha ammesso di non ricordare bene il contenuto della cassaforte: "Non la aprivo da tempo", ha dichiarato.
I ladri hanno agito la notte scorsa. Sono entrati nell'appartamento, dove non c'era nessuno, da una finestra al secondo piano, passando da un balconcino affacciato sul cortile interno. Hanno portato via la cassaforte e altri oggetti passando dalla porta d'ingresso. Il furto è stato scoperto al mattino dalla governante. Il sospetto degli investigatori è che il colpo sia opera di ladri acrobati, probabilmente provenienti dall'Est europeo.
Dopo la denuncia di Galliani la scientifica si è recata nell'appartamento per i rilievi del caso, e ha riscontrato una serie di tracce e impronte digitali. Gli investigatori sperano anche di ottenere nuovi elementi dalle immagini riprese dalle telecamere di videosorveglianza installate nel palazzo e nella zona.
(11 giugno 2007)
Cuneo: tenta di violentare 15enne, arrestato marocchino
ALBA (Cuneo) - Ha seguito una 15enne nei bagni di una discoteca, ha sprangato la porta e ha tentato di violentarla. Le urla della giovane sono state sentite da altre ragazze che hanno avvisato la security. L'aggressore, un marocchino clandestino di 26 anni, e' stato arrestato dai carabinieri di Alba, nel cuneese, con le accuse di tentata violenza sessuale, sequestro di persona, lesioni personali e violazione della legge sull'immigrazione. La ragazza era in discoteca per festeggiare la fine dell'anno scolastico. In ospedale e' stata medicata per le numerose ecchimosi e graffi su varie parti del corpo: e' stata giudicata guaribile in dieci giorni. (Agr)
Roma: sequestrano una donna, arrestati quattro rumeni
ROMA - Quattro rumeni sono stati arrestati la notte scorsa dalla polizia di Roma con l'accusa di sequestro di persona, violenza sessuale e lesioni gravi nei confronti di una loro connazionale di 25 anni. E' stata proprio la donna a ricostruire la vicenda agli agenti. Gli aggressori sono entrati con la forza nella baracca dove vive la rumena con bastoni e un'accetta: il fidanzato della vittima, anch'egli rumeno, ha cercato di difendere la donna, ma e' stato picchiato. E' riuscito pero' a fuggire, avvertendo il 113. Scappati a loro volta, i quattro sono stati comunque individuati e arrestati. (Agr)
Sequestravano immigrati clandestini per 500 euro: 13 arresti
L'operazione ha sgominato una banda di stranieri che organizzavano sequestri di immigrati provenienti in particolare dalla difficile regione del Darfur. L'organizzazione aiutava i clandestini arrivati sulle coste siciliane e trasferiti nei centri di prima accoglienza a fuggire. Dopo la fuga però il sequestro. I clandestini venivano infatti sequestrati e ai familiari veniva chiesto un riscatto dai 300 ai 500 euro, per la liberazione degli ostaggi. A pagamento avvenuto la banda provvedeva a fornire un biglietto ferroviario ai clandestini per raggiungere città come Roma, Milano ma anche per sconfinare in Francia.
Tra i fermati, un marocchino, due eritrei e un gruppo di sudanesi. L'operazione si è articolata fra Milano, Roma, Palermo, Catanzaro e Crotone. Il centro dell'organizzazione criminale era nel crotonese dove, nel Centro di prima accoglienza Sant'Anna di Isola Capo Rizzuto, avvenivano i sequestri. Altro importante polo della banda era Milano dove gli inquirenti hanno trovato in un appartamento una stamperia per la fabbricazione di certificati e documenti di identificazione falsi.
Albanese lancia granate...arrestato
Lunedì, 11 Giugno 2007 ore 15:17
Rissa turco-albanese
IMPERIA. 11 GIU. La scorsa notte a Sanremo è avvenuta una rissa tra immigrati turchi e albanesi. Il bilancio è di due giovani accoltellati e di due contusi. Sembra si sia trattato di una spedizione punitiva da parte dei turchi organizzati con bastoni e coltelli. I quattro feriti, tutti albanesi, sono stati portati al pronto soccorso.
Nomade arrestata da polizia per furto in appartamento
Bologna, 11 giu. - (Adnkronos) - Il tentato furto in appartamento e' andato male a due ladre croate.
Quando hanno aperto la porta di un appartamento di un condominio di via Cavalieri Ducati, alla periferia di Bologna, si sono trovate di fronte il padrone di casa, un pakistano di 27 anni che le ha bloccate in collaborazione con gli altri condomini. Per sfuggire all'arresto, ieri pomeriggio, le due hanno raccontato di avere 13 anni.
Dall'esame auxologico e' emerso che una aveva almeno 15 anni e per questo e' stata arrestata per tentata rapina aggravata, tentato furto aggravato e ricettazione.
Arresti ed espulsioni a raffica
Un algerino di 29 anni è invece finito in manette a Bergamo per aver tentato di rubare la macchina di un poliziotto fuori servizio: gli è stata contestata anche l'aggressione a pubblico ufficiale.
Arrestati infine tre marocchini di 18, 22 e 27 anni, accusati di detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio. Il blitz è scattato a Brusaporto nell'appartamento di uno dei tre.
Nel corso di un'altra operazione invece, a Bergamo davanti a un locale di via Baschenis, 19 persone sono state portate in Questura per essere identificate: nove - tutti immigrati - sono state espulse perchè irregolari.
(11/06/2007)
lunedì 11 giugno 2007
Bloccato dalla Gdf traffico di valuta
BARI - Un illecito traffico di valuta per oltre 250 mila euro e' stato scoperto dai militari del comando provinciale della Guardia di Finanza di Bari. Nel corso di un controllo effettuato nell'aeroporto "Giovanni Paolo II" del capoluogo pugliese, gli agenti hanno sorpreso un cittadino egiziano con indosso assegni di diversi istituti, dei quali non era in grado di giustificare provenienza e possesso. I titoli erano anche privi di intestazione e del luogo di emissione ed erano postdatati. L'egiziano e' stato denunciato. (Agr)
4 zingari fermati sorpresi a rubare
(AGENZIA GRT) - Quattro bambini zingari, due dei quali quattordicenni e gli altri due minori di 14 anni, sono stati fermati dai carabinieri della Stazione di Corciano (Perugia) dopo essere stati sorpresi a rubare in diverse case nella zona di Ellera. I due quattordicenni sono stati denunciati a piede libero mentre gli altri due segnalati al Tribunale dei Minori di Perugia.
Egiziano rapina prostituta
ROMA: ARRESTATO DAI CARABINIERI DOPO RAPINA AD UNA PROSTITUTA |
lunedì, 11 giugno 2007 13:00 | |
Roma, 11 giu. .- (Adnkronos) - I Carabinieri del Nucleo Radiomobile di Roma hanno arrestato un egiziano 29enne senza fissa dimora responsabile di rapina ai danni di una prostituta romena di 17 anni. La vicenda ha come sfondo Via Salvatore Pincherle, in zona San Paolo, dove la giovane ragazza dell'est, insieme a tante altre, e' da tempo costretta a prostituirsi. Questa volta ad avvicinarla sul marciapiede e' stato un egiziano che le ha chiesto prestazioni gratuite. Al rifiuto della giovane, l'uomo l'ha aggredita e rapinata della borsa, allontanandosi lungo Viale Marconi. Una gazzella dei Carabinieri, richiamata in quella zona dalle grida della prostituta, e' riuscita ad individuare l'uomo. Nel tentativo di sottrarsi al fermo, l'egiziano ha aggredito i militari anche dopo essersi auto-inflitto alcune ferite. La prostituta romena e' stata portata al Pronto Soccorso del Sant'Eugenio dove le e' stato riscontrato un lieve trauma alla spalla destra. |
Stupro al Parco Nord di Bresso
16:59 | |
MILANO: STUPRO NEL PARCO, POLIZIA ARRESTA EGIZIANO | |
Milano, 10 giu. -(Adnkronos) - E' stato arrestato l'uomo che giovedi' sera aveva prima rapinato e poi violentato una sudamericana di 20 anni al Parco Nord di Milano. A fermarlo ieri sono stati gli agenti della squadra mobile meneghina, che da due giorni fingevano di allenarsi nel Parco per individuare l'aggressore, anche grazie alla precisa descrizione fornita dalla vittima. |
Scontro tra bande di albanesi: inseguimento da film in strada
Protagonisti del rocambolesco pomeriggio due bande di albanesi, otto persone in tutto che venerdì, poco dopo le 17 si erano ritrovate in un’area di servizio che funziona anche come autolavaggio, lungo la provinciale 229 a Pogliano Milanese. Evidentemente avevano dei conti in sospeso da regolare, tanto che ad un certo punto è scoppiata una violenta rissa sotto gli occhi di numerosi testimoni. I quali, quando uno dei contendenti ha estratto un pistola iniziando a sparare, hanno cercato riparo dietro le auto che stavano pulendo. Dopo gli spari, la fuga all’impazzata: alcuni a bordo di una Bmw, gli altri su un fuoristrada Mercedes. Le due auto si sono dirette verso Vanzago a forte velocità, in un alternarsi di tamponamenti e di manovre pericolose che hanno creato il vuoto fra gli automobilisti incrociati, alcuni dei quali costretti addirittura a uscire di strada per evitare di essere investiti.
Poi, fuggiaschi ed inseguitori, passando da Pregnana Milanese sono arrivati fino a Rho, approdando in via Torino nei pressi della stazione ferroviaria e del supermercato Unes. Lo straniero alla guida della Mercedes ha tamponato la Bmw che è finita fuoristrada. Gli occupanti, per garantirsi la fuga, hanno allora esploso altri colpi di pistola assolutamente incuranti della gente che si trovava nella zona e che, terrorizzata, è scappata temendo il peggio.
I carabinieri chiamati oltre che da alcuni automobilisti, anche dai residenti in via Torino, sono arrivati quando ormai era tutto finito. Hanno recuperato la Bmw intestata ad una ditta di Milano. L’auto è stata sottoposta ai rilievi, nella speranza di riuscire a risalire agli autori del pomeriggio di paura andato in scena sulle strade di Rho.
Albenga, droga e furti: due arresti e una denuncia
Albenga. Due fratelli albanesi, Gengi Alia, muratore regolare di 35 anni, e Altin Alia, irregolare di 30 anni, sono stati arrestati dai carabinieri di Albenga nell’ambito di una operazione antidroga che ha portato a scoprire anche parte della refurtiva di alcuni colpi messi a segno nel territorio albenganese. Da tempo i militari della compagnia di Albenga erano sulla tracce dei due fratelli, e dopo una serie di pedinamenti e appostamenti, i carabinieri hanno fatto scattare il blitz nei confronti dei due: il primo è stato tratto in arresto ad Albenga, il secondo ad Ortovero. Nel corso della perquisizione domiciliare nella casa in cui vivevano, i militari hanno rinvenuto in una scarpa 40 grammi di cocaina purissima ancora da tagliare, per un valore sul mercato stimato in circa 4.000 euro. I carabinieri hanno ricondotto ad Altin Elia anche una scheda di cellulare rubata nella sede Enel di Albenga. Per i due fratelli albanesi l’accusa è di spaccio di sostanze stupefacenti e ricettazione. Per Altin Alia è inoltre scattato l’arresto per la violazione della legge Bossi-Fini sull’immigrazione. Nel corso dell’operazione i militari hanno poi individuato una terza persona, D.A., 44 enne albanese, artigiano edile residente ad Albenga, denunciato per ricettazione in quanto nella sua auto sono stati trovati una tastiera musicale e una cassa rubati nel mese di aprile da un furgone in via Piave, sempre nella cittadina ingauna: il proprietario, un ragazzo di Laigueglia, ha riconosciuto la refurtiva e oggi pomeriggio tornerà in possesso del materiale rubatogli. “E’ stato un ottimo lavoro operativo e di indagine che dimostra la nostra massima attenzione al problema dello spaccio di sostanze stupefacenti nell’albenganese. Motivo di soddisfazione è il recupero di parte della refurtiva di alcuni colpi perpetrati ad Albenga, credo che con la giusta pazienza investigativa i militari riuscirannno a risalire agli autori dei furti nell’albenganese, che hanno sollevato polemiche sulla sicurezza certamente esagerate. Non posso comunque non rilevare come il provvedimento di indulto sia stato la causa principale dell’escalation di furti, rapine e altri reati, sia nel territorio ingauno che nella provincia savonese”, ha affermato ad IVG.it il Cap. Roberto Arcieri, comandante della compagnia carabinieri di Albenga.
Blitz nei campi nomadi
IMPEGNATI 120 MILITARI, CANI, ELICOTTERI Mantova, blitz nei campi nomadi Sgominata banda di ladri “sinti” |
Un maxi blitz dei carabinieri nei campi nomadi di Mantova ha permesso di sgominare una banda di rom, ritenuta responsabile di almeno una ventina di colpi ai danni di bar, stazioni di servizio e auto in sosta. Tre i campi setacciati dai 120 militari in azione, con l’appoggio di unità cinofile e elicotteri, e otto gli arresti effettuati: due sono finiti in carcere, quattro ai domiciliari, mentre due sono attualmente ricercati. Si tratta di disoccupati, tra i venti e i trent’anni, di origine sinti, domiciliati nei campi nomadi di via Learco Guerra, del Trincerone e di Marmirolo. I furti contestati alla banda sono avvenuti prevalentemente in abitazioni, messi a segno sia di giorno che di notte e con la presenza delle persone in casa. Ma, nella ricostruzione dei carabinieri, ci sarebbero raid anche in esercizi pubblici, stazioni di servizio e auto in sosta. In particolare, qualcuno di loro si era specializzato nel furto delle borsette lasciate sulle auto dalle mamme che andavano a prendere i figli a scuola. In azione nelle ultime ore anche i carabinieri di Alba che, durante un servizio straordinario di controllo del territorio, sono riusciti ad individuare e sgomberare un campo nomadi abusivo. Numerose le segnalazioni giunte al 112 da parte di residenti della zona di corso Bra, preoccupati per la presenza di alcuni nomadi accampati nei pressi delle loro abitazioni. I militari si sono recati immediatamente sul posto ed hanno effettivamente riscontrato la presenza di alcuni nuclei familiari di etnia slava, per un totale di 25 persone compresi i minori, i quali avevano posizionato i loro camper e roulotte all’interno di un’area di proprietà pubblica, solitamente utilizzata dalla Motorizzazione Civile per compiere revisioni e collaudi su autoveicoli. Concluse le procedure di identificazione dei nomadi, molti dei quali risultavano avere precedenti penali e di polizia per reati contro il patrimonio, i carabinieri hanno provveduto a sgomberare la zona ed il gruppo ha lasciato la città. Dieci nomadi sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Alba in quanto responsabili del reato di invasione ed occupazione abusiva di area pubblica e per loro è stata anche inoltrata una proposta di foglio di via obbligatorio alla questura di Cuneo. [Data pubblicazione: 09/06/2007] |
Ravenna: vendevano anelli finti, arrestati 2 rumeni
Una coppia di rumeni è stata indagata dalla Polizia in stato di libertà per contraffazione, ricettazione e tentata truffa in concorso.
Altri due rumeni in galera
sabato, 09 giugno 2007 13:18 | |||||
ARRESTATI DUE CITTADINI RUMENI |
Alle ore 13,35 personale del commissariato San Fruttuoso notavano una coppia di cittadini stranieri nei pressi di via Torti camminare a passo svelto. Gli operanti insospettiti li seguivano e notavano che i due stavano rovistando all’interno di una busta di plastica, dove all’interno si trovava una borsa da donna con alcuni effetti personali.
sabato 9 giugno 2007
Ragazzino di 13 anni violentato da un 15enne rom.
Lo ha avvicinato con una scusa. Poi l'ha costretto a seguirlo in un giardinetto pubblico e, viste le sue resistenze, l'ha picchiato, per poi violentarlo. Minacciandolo di non raccontare nulla dell'accaduto. Un ragazzino serbo, di soli 15 anni, è stato arrestato dai carabinieri del comando provinciale di Foggia con l'accusa di violenza sessuale. Vittima un adolescente italiano, 13 anni appena.
E' accaduto ieri sera a Ortanova, in provincia di Foggia. Il presunto autore delle violenze, un giovane di etnia serba, risiederebbe in un campo rom nel napoletano e sarebbe arrivato da qualche giorno nel paesino pugliese.
Secondo le ricostruzioni dei carabinieri, la vittima, dopo aver subito l'abuso sessuale, nonostante le minacce di non riferire a nessuno quanto accaduto, è tornato a casa e, scoppiato in lacrime, ha raccontato tutto ai genitori. Da qui la denuncia al comando provinciale dei carabinieri di Foggia che, sulla scorta delle indicazione ricevute, sono risuciti a individuare l'aggressore, trovato vicino al giardino pubblico, luogo della violenza. Il ragazzino rom stava lavorando, come ogni giorno, al suo banchetto di ambulante.
Durante l'arresto, si è scatenata la rabbia dei parenti del 13enne foggiano. Ingiurie, accuse e un vero e proprio tentativo di linciaggio, a cui il presunto violentatore è sfuggito solo grazie all'intervento della pattuglia dei carabinieri che lo stava scortando in caserma.
Una volta interrogato dagli investigatori il giovane serbo - a quanto si e' saputo - ha negato ogni tipo di accusa. A quel punto allora i militari dell'Arma hanno organizzato un confronto e hanno chiesto al 13enne di identificare tra cinque o sei persone il suo aggressore. Alla vista del giovane serbo il ragazzino del foggiano è stato colpito da malore.
Rischia la vita aggrappato al treno
Era appeso ad un maniglione: poi si è dato alla fuga
Il treno è l’Eurocity 287 che viaggia di notte e collega Monaco di Baviera con Napoli. Sul convoglio, come d’abitudine, si trovavano - per i controlli di rito - alcuni agenti della Polfer e della polizia ferroviaria tedesca e austriaca. «Eravamo stati allertati - spiega il commissario Vincenzo Tommaseo - per la presenza di un nordafricano, sui 30 anni, senza biglietto. Un caso piuttosto frequente e di ordinaria amministrazione».
Una volta individuato il passeggero nordafricano è stato invitato a scendere dal treno. E la cosa sembrava fosse finita lì. Il capotreno ha ordinato di chiudere i portelloni ed ha invitato gli altri passeggeri a salire a bordo. Il convoglio, quindi, è partito verso Sud. Le forze dell’ordine hanno proseguito nei controlli all’interno delle varie carrozze per verificare se tutto era in ordine. Poi, dopo poco più di una decina di chilometri, un agente ha preso quasi un colpo. Di fronte a lui, dietro al finestrino, ha scorto il viso dello stesso nordafricano, appeso con tutte le sue forze al maniglione esterno del treno, mentre oscillava a destra e a sinistra. Evidentemente l’extracomunitario non si era rassegnato all’idea di essere lasciato a terra e, pur di partire, aveva trovato una soluzione d’emergenza, senza dover necessariamente fare il biglietto. Nel giro di una manciata di secondi l’agente della Polfer si è ripreso dallo spavento, ha suonato l’allarme e si è precipitato dal capotreno invitandolo a fermare il convoglio. L’Eurocity si è bloccato all’altezza di Albes. Gli agenti della Polfer sono scesi immediatamente, ma il nordafricano è stato più rapido e si è dileguato nel cuore della notte. «Quell’uomo - sottolinea il commissario Vincenzo Tommaseo - ha rischiato la vita. Poteva cadere e sfracellarsi a terra, ma anche essere travolto da un treno proveniente dalla direzione opposta. Il maniglione a cui era appeso misura, sì e no, 50 cm. Per resistere 15 km devi avere una gran forza nelle braccia».