giovedì 7 giugno 2007

I Carabinieri sgominano una banda di “ladri di rame”

I Carabinieri sgominano una banda di “ladri di rame”
A cura di r.p.
Brillante operazione della Compagnia Carabinieri di Chivasso, nell’ambito del contrasto al traffico illecito di rame, quella conclusa nella giornata di oggi in località Borgo Revel di Verolengo.

Tutto ha avuto inizio da una segnalazione un po’ bizzarra: ai militari giunge voce che una strada di campagna che porta ad una cascina diroccata, luogo abituale di coppiette, da qualche tempo risulta stranamente trafficata da numerosi furgoni.

Iniziano così delicate indagini coordinate dal Capitano Michele Tamponi, comandante la Compagnia, e dal Maresciallo Giuseppe Pittaluga comandante la Stazione di Verolengo.

Subito una sorpresa dai primi accertamenti: la cascina in questione, diroccata e inadatta all’uso civile, risulta essere di

I sacchi di rame ripulito
proprietà di L. M. una signora originaria di Torino pluripregiudicata e, fatto ancora più particolare, eletta dalla stessa come sua prima casa.

Essendo la signora già nota ai militari per furti di rame, nasce quindi il sospetto che la cascina possa esser usata come magazzino e base per una possibile banda specializzata nel ramo.

Viene così disposto un primo sopralluogo che permette di scovare nei locali della cascina alcune matasse delle guaine di gomma con cui vengono avvolti i cavi in rame.

Il capitano Michele Tamponi, decide quindi di porre sotto vigilanza il rustico e, dopo tre giorni, la decisione porta il primo frutto: un uomo arriva al cortile, apre il cancello ed entra, immediatamente i militari, presenti in forze, lo fermano. Si tratta di D. M. (classe 1956) parente della proprietaria della casa. Immediato il sospetto nei militari che l’uomo fungesse da “battistrada” per un qualche carico in arrivo, così decidono di tornare a nascondersi. Dopo alcuni minuti ecco apparire un piccolo convoglio composto da una Lancia Lybra e da un furgone, i due veicoli vengono lasciati entrare nel cortile, dopo di che il portone viene chiuso e i militari escono allo scoperto intimando la resa. Vengono così bloccati: M. M. (classe 1925) padre della proprietaria e pluripregiudicato, il nipote (classe 1984) che era alla guida dell’auto e quattro rumeni (di cui due sul furgone) B. S. (71), M. A. (84), L. D. (69), M. C. (87), questi ultimi residenti presso il campo nomadi di Torino Corso Orbassano.

Sui due veicoli, intanto i militari trovano: dieci sacchi di rame già ripulito, un sacco di rame bruciato durante l’opera di pulitura dalla guaina in plastica e un sacco contenente bocchettoni in alluminio di distributori automatici di bevande. Le scuse addotte dai fermati appaiono subito labili dal momento che altre matasse di rame trovate nella cascina, recano ancora ben visibili i marchi “Enel” sulle bobine. In totale il materiale recuperato ammonta a oltre 800 Kg di refurtiva.

E’ stato così disposto l’arresto dei due italiani più giovani e dei sei rumeni, mentre il “patriarca” è stato denunciato a piede libero.

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