giovedì 7 giugno 2007

Prostituzione e lavoro nero

Giugno 07

Ad Andria dieci arresti
Il clan Arrivavano in Italia con la promessa di un'occupazione. In realtà le donne erano messe sulla strada, gli uomini sfruttati nelle campagne. E al vertice della banda c'era una donna rumena di 42 anni.

Da una parte il business della prostituzione, dall'altra gli introiti del lavoro nero nelle campagne. Agiva su due livelli l'organizzazione criminale composta da italiani e rumeni e con base ad Andria smantellata ieri dai carabinieri con 10 arresti (altri quattro rumeni sono ricercati). Al vertice c'erano una donna rumena di 42 anni e il suo compagno.
L'indagine
Le indagini sono state avviate dopo la denuncia di un agricoltore che si era rifiutato di pagare una tangente di 30mila euro e che per questo si era visto abbattere 150 ulivi. I carabinieri sono così risaliti all'organizzazione che invitava i rumeni a emigrare con la falsa promessa di un lavoro sicuro. Una volta giunti ad Andria, pagando 400 euro per il viaggio, venivano avviati al lavoro nero nelle campagne e in alcune aziende della zona. La paga oscillava intorno ai 500 euro, la metà però finiva nelle mani del clan.
Lo sfruttamento
Per le ragazze più giovani e carine il destino però era un altro: la strada. Per convincerle a prostituirsi erano minacciate, picchiate e private del permesso di soggiorno. L'organizzazione metteva degli appartamenti a loro disposizione, ma in ogni stanza alloggiavano una decina di ragazze, che pagavano persino l'affitto per vivere in condizioni disumane.

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