giovedì 7 giugno 2007

Indulto, record di stranieri tornati in carcere

Maggio 2007

In Lombardia quasi un immigrato su cinque finisce di nuovo dietro alle sbarre in solo otto mesi: la gran parte di loro non aveva il permesso di soggiorno Indulto, record di stranieri tornati in carcere

Sono usciti in 25.694.
I detenuti tornati in libertà grazie all’indulto: 3.665 nella sola Lombardia, 700 a Milano.
Il 2 agosto scorso si sono aperti i cancelli e poi di molti di loro si sono perse le tracce.
I più fortunati avevano una famiglia, altri almeno una casa, poi c’erano quelli che non avevano idea di che farsene di questa libertà.
Come avranno deciso di usarla?
A più di otto mesi è ancora difficile trovare una risposta. Secondo uno studio condotto dall’Università di Torino il numero delle persone tornate a delinquere dopo aver beneficiato dell’indulto sarebbe basso: 2.855 fino a gennaio, cioè l’11,11%, una porzione ridotta rispetto al tasso di recidiva ordinario nel Paese, che si attesta attorno al 68%. Dati confortanti quelli nazionali, che peggiorano puntando la lente sulla Lombardia.
La regione, infatti, detiene il primato per il numero di detenuti liberati e “vant”" un alto tasso di recidiva, classifica capeggiata in questo caso dalla Campania.
Se a livello nazionale, a dispetto dei pregiudizi, gli italiani già tornati in carcere superano gli stranieri, in Lombardia è il contrario.
Su 497 indultati di nuovo dietro le sbarre, 216 sono italiani e 281 stranieri.

«Gli extracomunitari che usciti dal carcere hanno avuto la possibilità di vedersi rinnovare il permesso di soggiorno sono stati pochissimi - spiega Luca Massari, responsabile Area carcere e giustizia Caritas -.
La maggior parte si è vista consegnare l’ordine di espatrio, senza però ricevere i mezzi per tornare nel Paese d’origine. Così al primo controllo è stata fermata, perché clandestina». Se molti stranieri sono vittima di un burocratico circolo vizioso, l’identikit dell’italiano tornato a delinquere trova posto ai margini della società.
Ha un’età compresa tra 20 e 44 anni e diversi precedenti penali, spesso si trova a commettere reati contro il patrimonio, sintomo di problemi economici o di difficoltà di inserimento nel mercato del lavoro.
Ecco perché il 59,7% degli italiani dice di sentirsi meno sicuro dopo la scarcerazione di così tanti detenuti.
Ma sarebbe sbagliato credere che tutti siano cascati in questa trappola.
C’è chi quel 2 agosto non sapeva dove andare e ora riesce a pagarsi un affitto da solo, e ancora chi non aveva un lavoro e ha imparato una professione.
Sono gli ex detenuti che hanno trovato appiglio nelle maglie della solidarietà: dalla Caritas al Comune, passando per la Provincia e le associazioni che hanno collaborato al progetto Milano per l’indulto.

Un esempio?
«Il percorso riabilitativo “Un tetto per tutti” ha messo a disposizione 50 posti letto in 23 appartamenti tra Milano e hinterland offrendo un aiuto a 26 persone che non sapevano dove andare.
Altri, più fragili, sono stati accompagnati verso servizi per la grande emarginazione come il dormitorio pubblico e la Casa della Carità.
Infine chi aveva problemi particolari, di tossicodipendenza ad esempio, è stato indirizzato verso i Sert, servizio più mirato».

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