giovedì 7 giugno 2007

Siamo stanchi dei musulmani!!!

Mignagola. Grave episodio di intolleranza all’happening delle associazioni sportive. Gli organizzatori hanno preso le difese della donna
Musulmana cacciata dalla festa paesana
Michela Santi
Aveva chiesto un panino senza prosciutto: un anziano l’ha insultata

CARBONERA. «Via, via i musulmani da qui. Se ne vada, non vogliamo vedervi». Si è sentita apostrofare così, Hasna Riahi, una mamma tunisina di 40 anni, musulmana. Era alla Festa dello Sport che domenica ha riunito le associazioni sportive del Comune negli impianti parrocchiali. Aveva chiesto un panino senza prosciutto per i figli di 9 e di 14 anni, atleti in erba del Mignagola calcio, e mentre aspettava al banco si è sentita aggredire in malo modo da un anziano tra il pubblico. «Sono scoppiata in lacrime - racconta - ma oggi voglio parlare per dire basta al razzismo».
E’ l’ennesimo segnale di discriminazione che mina dal basso l’integrazione degli immigrati nella Marca. Il caso raccontato da Hasna Riahi è uno dei tanti. La settimana scorsa una ragazza della Costa d’Avorio, sempre dell’hinterland della città si è vista licenziare perché il colore della sua pelle non era gradito ai clienti del bar dove lavorava. Un’avversione dei trevigiani verso gli stranieri che trapela in forme di disprezzo o in sfoghi improvvisi, come quello accaduto domenica. Hasna che si è sentita presa ingiustamente di mira ha reagito rispondendo alle provocazioni e alle offese dell’anziano che le diceva: «Se vivi qui ti devi adeguare alle nostre abitudini: il panino col prosciutto è buono, cambia religione! Siamo stanchi dei musulmani». Ne è nato un acceso diverbio a cui hanno messo fine gli stessi organizzatori del circolo Noi. E’ intervenuto il presidente stesso Carlo Gomiero che con gentilezza ha allontanato la donna dal provocatore, l’ha fatta sedere e ha cercato di tranquillizzarla con un bicchiere d’acqua. Ma Hasna, che vive a Treviso da sei anni, dopo i cinque trascorsi in Sicilia, ha deciso di rendere pubblico il fatto emblematico del razzismo subdolo che lei e i suoi figli incontrano quotidianamente. «Parlo perché sono stanca di sopportare in silenzio - dice - vivo qui da anni, i miei figli sono nati in Italia, cerchiamo di essere rispettosi, ordinati, di adeguarci alle abitudini del posto, ma tutto questo non basta. Anche nelle migliori realtà, come quella parrocchiale di Mignagola, c’è sempre chi non ci vuole prima ancora di conoscerci». Hasna domenica voleva solo assistere alle premiazioni perchè tra i premiati c’erano anche i suoi figli. «Purtroppo mi ha preso un attacco di tachicardia - racconta - mi sono sentita male e ho dovuto lasciare la festa per tornarmene a casa. Mi dispiace per i miei figli, ci tenevano che io fossi là al momento della consegna delle targhe. Ho pianto tutto il giorno. Non è facile vivere a Treviso. Resto solo perché qui i miei figli hanno un futuro, possono trovare lavoro. Ma è difficile. La gente non ci vuole». Le difficoltà ad integrarsi sono quotidiane dal lavoro ai luoghi pubblici. «Le difficoltà sono quotidiane - elenca Hasna - a cominciare dal lavoro. Faccio la domestica da molti anni, ma sono riuscita ad essere accolta con fiducia solo da una famiglia di stranieri, lui libanese e lei russa. Eppure so di essere precisa nei lavori. Sono ancora molto forti i pregiudizi. Mio marito non ce l’ha fatta a vivere in questo clima ed è ritornato in Sicilia, anche se lì si trovano solo lavori in nero». Il caso accaduto alla festa viene subito condannato dall’amministrazione. «Ci dispiace - commenta l’assessore allo sport Elisabetta Fava - so per certo che c’erano anche panini al formaggio. Lavoriamo per l’integrazione ogni giorno. L’altra sera l’assessore Moro ha accompaganto in auto due genitori musulmani a vedere la partita del figlio. Alla stessa festa dello sport erano presenti molti ragazzi stranieri inseriti nelle associazioni».
(05 giugno 2007)

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